Nel suo saluto al Papa, prima della recita del Santo Rosario nella Basilica di Santa Maria Maggiore, il card. Angelo Bagnasco, presidente della Conferenza Episcopale italiana, ha ricordato che il 150° anniversario dell’Unità d’Italia “spinge tutti ad elevare a Dio un inno di ringraziamento per l’epilogo di un cammino che ha condotto il nostro Paese all’attuale configurazione, dopo una lunga stagione di incubazione culturale e sociale, dove l’elemento del cattolicesimo ha avuto obiettivamente un ruolo preponderante”. L'arcivescovo di Genova ha citato nel suo indirizzo di saluto un passaggio della lettera scritta dal Papa al Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano per le cerimonie dello scorso 17 marzo: "L'identità nazionale degli italiani, così fortemente radicata nelle tradizioni cattoliche, costituì in verità la base più solida della conquistata unità politica", scriveva Benedetto XVI. "La conferma di questa verità - ha detto Bagnasco - è inscritta nell'arte e nella letteratura del nostro bel Paese e, non da ultimo, nell'anima profonda del nostro popolo. E' questa, si potrebbe dire, la sua spina dorsale, e se questa si corrompe, allora il popolo diventa fragile, e lo Stato si indebolisce e si snatura. Per tale ragione vogliamo di nuovo attingere alle sorgenti della fede cristiana ed avviare una nuova stagione di impegno educativo, consapevoli - ha detto Bagnasco - che solo così si costruisce su solide base il futuro della nostra amata Patria". “Sentiamo di dover invitare i cattolici, e in particolare i giovani che ne avvertono la vocazione, a sperimentarsi in quella esigente forme di carità che è l’impegno politico”, per ''contribuire anche in questa fase storica, come accadde all'inizio dello Stato unitario o nell'immediato dopoguerra, alla permanente costruzione del nostro Paese''. ''La consapevolezza delle sfide che pone il futuro e ancor prima la percezione dei problemi presenti - ha sottolineato il porporato -, richiedono per altro un sussulto di responsabilità da parte di tutti, in primo luogo da parte di chi è chiamato ad esercitare una forma di rappresentanza politica. Qui si intuisce che non si tratta solo di acquisire una competenza, pure necessaria, ma di coltivare un'apertura alla cura del bene comune, che è forma della giustizia, fine ultimo dell'agire politico''. Il cardinale ha quindi concluso formulando a nome di tutti i vescovi italiani i più sinceri auguri per il 60° anniversario dell'Ordinazione sacerdotale di Benedetto XVI, che ricorrerà il 29 giugno, e ribadendo la volontà dei presuli di seguire il Pontefice “nella sua inesausta ricerca del volto di Dio e nel suo incalzante ministero che spinge la Chiesa a rendere ragione della speranza cristiana davanti a tutto il mondo, senza complessi, ma con gioia lieta e fiduciosa”.
Zenit, TMNews
L'indirizzo di saluto del card. Bagnasco