martedì 7 giugno 2011

Mons. Mogavero nominato dal Papa visitatore apostolico della diocesi di Trapani per un'inchiesta su due fondazioni religiose e dissidi interni

Mons. Domenico Mogavero, vescovo di Mazara del Vallo e componente della CEI, è stato nominato da Papa Benedetto XVI 'visitatore apostolico', con potere ispettivo, alla Curia di Trapani. Il provvedimento sarebbe legato a dissidi tra il vescovo Francesco Miccichè e alcuni prelati della diocesi e all'inchiesta della locale Procura sulla gestione di due Fondazioni gestite dalla Curia trapanese. L'inchiesta è condotta dalla sezione di polizia giudiziaria della guardia di finanza presso la Procura. ''Le mie funzioni - ha detto mons. Mogavero - saranno di tipo istruttorio. Dovrò fare luce su una serie di fatti segnalatimi dal Vaticano e riferirne quindi alla Santa Sede''. L’indagine della Procura, che avrebbe innescato il procedimento, riguarda un presunto ammanco di oltre un milione di euro nella gestione di fondazioni della Curia trapanese. In particolare la sezione di Pg della guardia di finanza presso la Procura sta indagando sulla fusione, per incorporazione della fondazione "Campanile" con la "Auxilium", avvenuta il 27 dicembre 2007. Il vescovo Miccichè, presidente della "Campanile", chiedeva lo scioglimento della Fondazione e, come presidente della "Auxilium", ne accettava la richiesta. A distanza di sole 24 ore, il prefetto dell’epoca, Giovanni Finazzo, firmò il decreto prefettizio, autorizzando la procedura. Nel luglio del 2009 Miccichè chiamò a guidare la "Auxilium", come procuratore, suo cognato Teodoro Canepa, marito della sorella del presule. Per assolvere a questo ruolo, il cognato del vescovo, percepisce compensi superiori ai centomila euro l’anno. Ma dietro l’atto ispettivo promosso dalla Santa Sede vi sarebbero anche motivazioni legata alla gestione pastorale della diocesi: profondi dissapori tra il vescovo ed alcuni sacerdoti come padre Ninni Treppiedi, costretto a dimettersi da arciprete di Alcamo ad appena un anno di distanza dalla nomina. Dimissioni subito accolte da Miccichè. L’attenzione sarebbe puntata anche sulla promozione di un sacerdote, sospettato di aver celebrato clandestinamente, negli anni Novanta, i funerali di un boss mafioso morto, durante la latitanza, in un conflitto a fuoco con la polizia. "L’intervento è bene accolto", ha commentato Miccichè in una nota, "ed è stato auspicato affinchè si possano finalmente chiarire alcuni gravi fatti di tipo amministrativo che, nei mesi scorsi, hanno portato alla dolorosa decisione della sospensione 'a divinis' di un presbitero diocesano". Miccichè, non fa invece alcun cenno all’inchiesta della Procura e dice di rimettere "nelle mani della saggezza della Chiesa la necessità di fare chiarezza e ridare serenità alla chiesa trapanese in questi mesi ferita da illazioni ma anche da fatti oggettivamente gravi che tutti auspichiamo vengano definitivamente chiariti".

Ansa, Corriere del Mezzogiorno.it


Nota del vescovo