sabato 23 luglio 2011

GMG 2011-Il Papa a Madrid. Un evento per tornare a confessarsi. L'esempio e l'invito di Benedetto XVI: 'osate' l'amore, ricolmi di quello di Dio

Si va ben i social network, il web, la tv on line le dirette e tutto sono utili e belle, ma pensiamo soprattutto alla fede. Quella che i ragazzi porteranno a Madrid da tutto il mondo sarà anche un aiuto per la Spagna che si vuole scrollare di dosso certi “zapaterismi”. E il Papa lo sa molto bene. Per questo si reca in Spagna per la terza volta. Non solo una Giornata Mondiae della Gioventù quella che dal 16 al 21 agosto anima Madrid e le diocesi della penisola iberica. Certo al primo posto ci sono i giovani, e del resto loro sono la primavera e il futuro. E a loro spetta il compito di combattere con la gioiosità della fede il secolarismo che dilaga in Europa. Allora andiamo un pò a scavare dietro le manifestazioni belle, ma esteriori, della GMG di Madrid e ascoltiamo che cosa ci dice il Papa. Primo messaggio: confessatevi. Sarà proprio Benedetto XVI a dar l’esempio confessando alcuni giovani di ogni parte del mondo durante i giorni di Madrid. Una abitudine che il Papa avena preso nel secondo anno del pontificato proprio per la celebrazione diocesana della GMG a Roma. Era il 29 marzo del 2007, Benedetto XVI volle che lo stile della celebrazione cambiasse nettamente dalle consuete feste di piazza con qualche vip e poca preghiera. Quello con il giovani a pochi giorni dall’inizio della Settimana Santa diventa un “incontro attorno alla Croce, una celebrazione della misericordia di Dio che nel Sacramento della confessione ognuno di voi potrà sperimentare personalmente”. Il Papa rilancia il sacramento più disatteso dai ragazzi (e non solo) come un gesto di amore. Lo aveva ricordato anche ai bambini della prima comunione incontrati nell'ottobre 2005. Quanto spesso ci si deve confessare? Bisogna farlo anche se non si sono commessi peccati? Chiedevano i piccoli. La confessione non è un conto da pagare, ma un colloquio d’amore. E l’ uomo, il “cristiano non può vivere senza amore. Anzi, se non incontra l’amore vero non può dirsi nemmeno pienamente cristiano, perché, come ho rilevato nell’Enciclica 'Deus caritas est', 'all’inizio dell’essere cristiano non c’è una decisione etica o una grande idea, bensì l’incontro con un avvenimento, con una Persona, che dà alla vita un nuovo orizzonte e con ciò la direzione decisiva'”. Eppure se entriamo nelle nostre chiese la fila la domenica per ricevere l’ Eucaristia è normalmente una buona fila. Ma di fronte ai confessionali la fila è minore. Forse un po’ è anche colpa di alcuni sacerdoti che sembrano distratti e svogliati in confessionale. Eppure l’esempio viene dai grandi santi sacerdoti che furono anche amorevoli confessori. Uno per tutti Padre Pio. Un confessore dev’essere per prima cosa un penitente, deve gustare il sacramento. Un dono reciproco. Alla scuola del grande dono di Dio, quello della Croce, dell’amore senza limiti, “un amore crocifisso, che non si ferma allo scandalo del Venerdì Santo, ma culmina nella gioia della Risurrezione e Ascensione al cielo e nel dono dello Spirito Santo, Spirito dell’amore per mezzo del quale - diceva il Papa ai giovani nel 2007- anche questa sera, saranno rimessi i peccati e concessi il perdono e la pace”. Allora ecco un mini vademecum indicato dal Papa per una buona confessione: “Ogni volta che lo fate con fede e devozione, l’amore e la misericordia di Dio muovono il vostro cuore, dopo un attento esame di coscienza, verso il ministro di Cristo. A lui, e così a Cristo stesso, esprimete il dolore per i peccati commessi, con il fermo proposito di non peccare più in avvenire e con la disponibilità ad accogliere con gioia gli atti di penitenza che egli vi indica per riparare il danno causato dal peccato...Uscendo da questa celebrazione, con i cuori ricolmi dell’esperienza dell’amore di Dio, siate preparati ad 'osare' l’amore nelle vostre famiglie, nei rapporti con i vostri amici e anche con chi vi ha offeso. Siate preparati ad incidere con una testimonianza autenticamente cristiana negli ambienti di studio e di lavoro, ad impegnarvi nelle comunità parrocchiali, nei gruppi, nei movimenti, nelle associazioni e in ogni ambito della società”. Certo non è un impegno da poco. Ma del resto a che sarà servito altrimenti incontrarsi tra migliaia di giovani, essere ospitati nelle famiglie, pellegrinare per le diocesi di Spagna e del mondo seguendo la Croce della GMG?

Angela Ambrogetti, Korazym.org

29 marzo 2007: Celebrazione della Penitenza con i giovani della diocesi di Roma in preparazione alla XXII Giornata Mondiale della Gioventù