Dopo l'accoglienza ufficiale in aeroporto, nei giardini del Castello di Bellevue di Berlino, Residenza ufficiale del Presidente Federale, ha luogo la Cerimonia di benvenuto. Al Suo arrivo Benedetto XVI è stato accolto dal Presidente Federale Christian Wulff e dalla Consorte. Dopo la firma del Libro d’Oro, la presentazione delle rispettive delegazioni, gli onori militari e l’esecuzione degli Inni, il presidente Wulff ha rivolto al Papa il suo saluto. "Benvenuto di cuore in Germania a nome della gente del nostro Paese. Benvenuto a casa". Rivolgendosi a Benedetto XVI, il presidente ha così proseguito il suo discorso di accoglienza: "Lei viene nella sua patria. Viene in un Paese la cui storia e la cui cultura sono strettamente intrecciate con la fede cristiana. Viene in un Paese in cui testimoni di fede integri, come Dietrich Bonhoeffer, Bernhard Lichtenberg e Edith Stein, si sono schierati, sacrificando la propria vita, contro un regime criminale e senza Dio". Il presidente ha sottolineato che Papa Ratzinger è venuto ''a far visita al Suo Paese natale'', dove ''milioni di persone attendono con gioia e curiosità le prossime giornate''. La Germania, ha ricordato con orgoglio, ''che, 22 anni fa, ha assistito al miracolo di una rivoluzione pacifica e al ripristino dell'unità della Germania e dell'Europa. Senza il Suo coraggioso predecessore Giovanni Paolo II, senza gli operai cattolici in Polonia e senza le Chiese cristiane nella DDR, che hanno dato un tetto a chi cercava la libertà, tali conquiste non sarebbero state realizzabili in questo modo''. "Viene in un Paese - ha proseguito - in cui milioni di donne e di uomini si impegnano ogni giorno, a partire dalla loro fede. Un Paese nel quale proprio nell’ambito del lavoro dei giovani nella Chiesa tanti ragazzi si assumono la responsabilità per sé stessi e per gli altri".
"Viene in un Paese in cui la fede cristiana non è più una cosa ovvia, in cui la Chiesa deve rideterminare il proprio posto in una società pluralistica", e questo, ha aggiunto, ''si percepisce anche qui a Berlino, dove ha inizio il Suo viaggio''. E' importante che la Chiesa "non si ritiri in se stessa" nonostante la mancanza di preti, ma faccia sentire ai propri fedeli la propria "vicinanza". "Quando le persone ascoltano questa vicinanza e sperimentano questo atteggiamento, ascoltano anche i messaggi cristiani che non sono sempre comodi per loro". Per Wulff, in Germania, ''la Chiesa e lo Stato sono giustamente separati'' ma questo non significa che la Chiesa sia ''una società parallela'': anzi, ''vive al centro di questa società, al centro di questo mondo e al centro di quest'epoca''. E qui il presidente tedesco ha sollevato alcune delle questioni oggetto di dibattito e di richieste di riforme in questi mesi nella Chiesa tedesca. Si tratta di ''nuovi interrogativi'' a cui la Chiesa deve rispondere proprio per il suo ruolo nella società: ''Con quanta misericordia tratta le fratture nelle storie di vita della gente? Come tratta le fratture nella propria storia e gli errori di suoi esponenti? Quale posto ricoprono i laici rispetto ai sacerdoti, le donne rispetto agli uomini? Che cosa fa la Chiesa per colmare la spaccatura al suo interno fra cattolici, protestanti e ortodossi?''. ''Sono lieto - ha aggiunto - che la Chiesa Cattolica in Germania abbia avviato al suo interno un processo di dialogo. Nel corso di molti colloqui ho appreso che non sono solo i laici impegnati a nutrire forti speranze verso questo processo. E la Chiesa ha bisogno di tutti loro''. Wulff ha anche apprezzato la decisione di Papa Ratzinger di visitare Erfurt, ''un luogo importante per l'azione di Martin Lutero'' perchè ''ciò che separa necessita di una giustificazione, non ciò che accomuna''.
Asca, L'Osservatore Romano