Il governo irlandese ha accolto per lo più in maniera positiva, anche se con cautela, la risposta del Vaticano alla relazione ufficiale sugli abusi compiuti su 40 minori da parte di 19 sacerdoti della diocesi di Cloyne. Nel suo primo commento ufficiale, il ministro degli Affari Esteri, Eamon Gilmore, ha detto di accogliere l'offerta del Vaticano di impegnarsi in un dialogo costruttivo e cooperare su temi quali la promozione del benessere dei minori e la lotta contro l'abominevole flagello degli abusi perpetrati da alcuni uomini di Chieda nella Repubblica irlandese. Si riferiva alle dichiarazioni contenute nella risposta del Vaticano, in cui la Santa Sede ha ribadito il proprio "impegno per il dialogo costruttivo e la cooperazione con il governo irlandese, naturalmente sulla base del rispetto reciproco, in modo che tutte le istituzioni, sia pubbliche che private, religiose o laiche, possano lavorare insieme per assicurare che la Chiesa e, anzi, la società tutta rimangano dei luoghi sicuri per i bambini e i giovani". In un'intervista alla RTE, nel programma "Six One News" della rete nazionale, alcune ore dopo la pubblicazione della risposta della Santa Sede, Gilmore ha osservato che il Vaticano aveva espresso il desiderio di impegnarsi in un dialogo costruttivo con il governo irlandese in materia di tutela e benessere dei bambini, e ha dichiarato: "Queste sono basi su cui possiamo costruire". "É qualcosa che certamente sono disposto ad abbracciare come ministro degli Affari Esteri, e possiamo impegnarci ufficialmente", ha dichiarato Gilmore. "Penso inoltre che si tratti di una discussione che deve avvenire in pubblico perché, com'è emerso, molte delle preoccupazioni dei cittadini riguardo alla necessità di proteggere i minori e al modo in cui i temi sono stati trattati, devono essere, io credo, discusse in pubblico ", ha aggiunto. Il ministro degli Esteri era in Polonia per un incontro dell'Unione Europea quando il sottosegretario per i Rapporti con gli Stati, mons. Ettore Balestrero, ha consegnato la risposta alla Incaricato per gli Affari Esteri dell'Ambasciata irlandese presso la Santa Sede, Helena Keleher, durante un incontro in Vaticano, la mattina di sabato 3 settembre. In una dichiarazione ufficiale rilasciata qualche ora più tardi, Gilmore ha detto che il Governo aveva chiesto una risposta e ora aveva in mano un rapporto "dettagliato" di 25 pagine, che avrebbe studiato attentamente. Parlando alle emittenti irlandesi, ha aggiunto che il Governo avrebbe "inoltrato una risposta dettagliata". Ha preso atto, con soddisfazione, che il Vaticano si è dichiarato "dispiaciuto e colmo di vergogna" per le terribili sofferenze delle vittime di abusi sui minori irlandesi e delle loro famiglie. Ha anche sottolineato "la serietà con cui la Santa Sede esamina le terribili prove degli abusi perpetrati nella diocesi di Cloyne e altrove". Ha inoltre dichiarato alle televisioni irlandesi che sperava che queste affermazioni "appagheranno in qualche modo il profondo sentimento di rabbia condiviso dai cittadini irlandesi e dal Governo". Il ministro degli Esteri, nella sua dichiarazione, ha osservato che "alcune delle argomentazioni avanzate dalla Santa Sede nella sua risposta sono molto tecniche e concentrate sulle tematiche giuridiche", mentre "la preoccupazione del governo non è mai stata rivolta allo status giuridico della documentazione, ma piuttosto al benessere dei bambini". Ha dichiarato che l'abuso sessuale sui minori "è un crimine odioso e riprovevole, e che non è possibile che le operazioni relative alla verifica dello status dei documenti impedisca, a chi riveste posizioni di responsabilità, di occuparsi tempestivamente di tali abusi e di segnalarli alle autorità competenti". Il ministro Gilmore ha aggiunto che "il senso di tradimento che è stato avvertito dal popolo irlandese su questo argomento, e che è stato chiaramente espresso dal Taoiseach, nasce non solo dalla natura stessa degli abusi sui minori, ma anche dalla particolare posizione di cui gode la Chiesa cattolica in questo paese, che si è manifestata in molteplici modi nel corso degli anni". Ha poi continuato a parlare dell'intervento del Vaticano sulle linee guida del documento quadro adottato dai vescovi irlandesi nel 1996 per affrontare i casi di abuso, che ha assunto caratteri molto controversi in Irlanda, ed è stato un elemento chiave nell'attacco da parte delle autorità irlandesi al Vaticano. La Congregazione per il Clero aveva espresso riserve sul documento quadro, e lo aveva fatto presente ai vescovi irlandesi in una lettera del Nunzio Apostolico, Monsignor Storero, del gennaio 1997. Il ministro degli Esteri ha accusato il Vaticano di avere in questo modo "fornito un pretesto ad alcune persone per evitare una piena cooperazione con le autorità civili irlandesi". Nella sua dichiarazione ufficiale, ha ribadito di essere ancora della stessa opinione. Più tardi sulle reti irlandesi, è entrato maggiormente in dettaglio, dichiarando: "Non ho alcun dubbio che la lettera pubblicata nel 1997 ha portato alcuni sacerdoti a non sentirsi obbligati a cooperare con le autorità civili come avrebbero dovuto. Io sono di questa opinione. Ma, ovviamente, leggerò la risposta dettagliata presentata dal Vaticano".
Gerard O'Connell, Vatican Insider