domenica 25 settembre 2011

Rilasciato il trentenne che ha esploso degli spari a Erfurt: mi vergogno, avevo bevuto ma non volevo ferire nessuno, e il Papa non c'entra

Quando si dice col senno di poi. Ha fatto tremare il mondo, facendo temere un attentato terroristico al Santo Padre, in Germania. Oggi, di nuovo a piede libero, a Erfurt, si vergogna: "Non volevo ferire nessuno, e il Papa non c’entra". Quegli spari prima della Messa, proprio vicino alla piazza del Duomo? Una scemenza. E come dargli torto? La confessione del trentenne fermato ieri a Erfurt, in Turingia, per aver esploso dei colpi da una finestra contro un posto di blocco prima della celebrazione religiosa di Benedetto XVI viene concessa ad un giornalista che lo conosceva del Thìringer Allgemeine. Un dialogo di cui il reporter, Peter Rathay, ha riferito all’agenzia Ansa. Trent’anni, chitarrista, e un po' incosciente: è questo il ritratto che emerge del giovane che ieri si trovava a Erfurt, sua città d’origine, non per il Papa, ma per un party dove aveva incontrato la sua band, la sera prima. Un amico gli aveva prestato l’appartamento, non lontano dal Duomo, perchè potesse appoggiarsi. E qui il giovane ha trovato una pistola e un fucile ad aria compressa. Aveva "bevuto qualcosa", ha ammesso. La prova del palloncino ha rivelato che aveva 1 per mille di alcol nel sangue, a quanto risulta da alcune fonti. In ogni caso il chitarrista non ha riflettuto, non ha resistito: impugnato il fucile si è affacciato alla finestra per provare la capacità di centrare un bersaglio. Mancato, per ben quattro volte, come è stato reso noto dalla polizia, nelle ore successive. Tornato dalla festa ha "iniziato con questa scemenza", ha detto il giovane al reporter, per giustificarsi. A quel punto, a guaio fatto, non deve essersi neppure reso conto di cosa avesse messo in moto. Mentre infatti si addormentava, ignaro del contesto e delle conseguenze del suo gesto, la polizia lo ricercava ovunque. E quando gli agenti hanno bussato alla sua porta, ha raccontato, non ha neppure sentito il campanello. Si può immaginare quanto sia rimasto sorpreso e scioccato nel vedersi piombare in casa il nucleo speciale di polizia, sulle tracce di un presunto "pericolosissimo" terrorista. Non lo era affatto, ma adesso risponderà davanti alla magistratura di tentate lesioni personali.

Il Messaggero.it