Novara ha un nuovo vescovo e per la seconda volta il Papa decide di inviare sulla cattedra di San Gaudenzio un ausiliare di Milano. Questa mattina la Sala Stampa della Santa Sede ha pubblicato la nomina di Franco Giulio Brambilla (nella foto con Benedetto XVI) quale successore di Renato Corti, vescovo di Novara dal dicembre 1990. Mons. Franco Giulio Brambilla, teologo, è stato fino ad oggi vicario episcopale per la cultura nella diocesi di Milano e preside della Facoltà Teologica dell’Italia settentrionale. Nato il 30 giugno 1942 a Missaglia, in Brianza, ha ricevuto l’ordinazione sacerdotale a Milano nel 1975 dal cardinale Giovanni Colombo. Si è laureato alla Pontificia Università Gregoriana nel 1985 con una tesi sulla cristologia di Schillebeeckx. Ha insegnato teologia per molti anni, prima al seminario di Seveso e poi a Venegono, è stato relatore al Convegno della Chiesa italiana di Verona nell’ottobre 2006 e ha collaborato a lungo con il cardinale Camillo Ruini per la stesura di testi e documenti. Nel 2007 Benedetto XVI l’ha nominato vescovo ausiliare di Milano ed è stato consacrato dal card. Dionigi Tettamanzi. Anche il predecessore di Brambilla sulla cattedra di Novara, mons. Renato Corti, arrivava da Milano. Originario del comasco, prete dal 1959, Corti era diventato vescovo ausiliare dell’arcivescovo Carlo Maria Martini nella primavera del 1981. Figura di spicco dell’episcopato italiano, ha ricoperto l’incarico di vicepresidente della Cei oltre ad essere consultore e membro di importanti congregazioni vaticane. L’avvicendamento a Novara avviene perché mons. Corti ha compiuto nel marzo scorso 75 anni, l’età delle dimissioni che devono essere presentate al Papa, e ha fatto sapere di non desiderare proroghe. Come sarà l’episcopato del nuovo vescovo Brambilla? Non è facile fare previsioni. Anche se può essere illuminante un passaggio di una sua lezione tenuta nell’ambito del recente Congresso Eucaristico nazionale di Ancona. "Forse volete andarvene anche voi? Così dice Gesù a questa Chiesa che non si lascia più bruciare dal roveto ardente della sua Pasqua, che baratta i poveri con la cura del corpo del Signore, o si nasconde dietro gli orpelli luccicanti di una celebrazione eucaristica trionfante per non riconoscere gli ultimi che bussano alla nostra porta". "Forse, volete andarvene anche voi? – ripetè mons. Brambilla riecheggiando le parole di Gesù - Sì, Signore, così tu smascheri la nostra vita spirituale scialba ed esangue, il nostro fare indaffarato e vuoto, il nostro agire senza misericordia e magnanimità, la nostra comunione tiepida e psichica, la nostra passione civile timida e incerta, la nostra carità ostentata e talvolta interessata, la nostra missione senza slancio e speranza. E, su tutto, i nostri linguaggi ecclesiali che non edificano vita, ma spargono scoramento e sfiducia. Forse, volete andarvene anche voi? Gesù ci sfida a leggere il nostro tempo, a non tirarci indietro di fronte ai mutamenti sociali e culturali, a non avere una fede timida e impaurita, a non pensare che la nostra epoca sia più grama di quando i cristiani sono stati gettati nel mondo romano, germanico, nella scoperta del mondo nuovo, nella prova drammatica della rivoluzione francese, nel tempo tragico delle ideologie totalitarie". Quella di oggi è la prima nomina episcopale di un ambrosiano dopo l’arrivo nella grande diocesi lombarda del card. Angelo Scola. La promozione a una sede importante, confinante con l’arcidiocesi di Milano e legata da vincoli molto forti che risalgono alla stessa figura del patrono milanese San Carlo Borromeo, segna anche l’avvio del ricambio ai vertici della curia del capoluogo lombardo. Il nuovo arcivescovo di Milano, Angelo Scola, arrivando in diocesi aveva annunciato che avrebbe comunicato nuove nomine, incarichi e trasferimenti nella curia ambrosiana a Pasqua del 2012, dopo essersi preso il tempo necessario per conoscere la nuova realtà, e facendo così in modo che i nuovi incaricati potessero affiancarsi per qualche tempo ai predecessori.
Andrea Tornielli, Vatican Insider
RINUNCE E NOMINE