mercoledì 18 gennaio 2012

Il Papa: l'unità dei cristiani grande sfida per la nuova evangelizzazione, più fruttuosa se tutti annunciamo insieme la verità del Vangelo di Cristo

Udienza generale questa mattina nell’Aula Paolo VI dove il Santo Padre ha incontrato gruppi di fedeli e pellegrini provenienti dall’Italia e da ogni parte del mondo. Nella catechesi il Papa ha incentrato la sua meditazione sulla Settimana di preghiera per l’Unità dei Cristiani, che quest’anno ha per tema "Tutti saremo trasformati dalla vittoria di Gesù Cristo, nostro Signore" (1 Cor 15, 51-58). “Da oltre un secolo - ha esordito Benedetto XVI -, viene celebrata ogni anno da cristiani di tutte le Chiese e Comunità ecclesiali, per invocare quel dono straordinario per cui lo stesso Signore Gesù ha pregato durante l’Ultima Cena, prima della sua passione: ‘Perché tutti siano una sola cosa; come tu, Padre, sei in me ed io in te, siano anch’essi in noi, perché il mondo creda che tu mi hai mandato’". “È precisamente nella Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani che l’impulso impresso dal Concilio Vaticano II alla ricerca della piena comunione tra tutti i discepoli di Cristo trova ogni anno una delle sue più efficaci espressioni. Questo appuntamento spirituale, che unisce cristiani di tutte le tradizioni – ha detto – accresce la nostra consapevolezza del fatto che l’unità verso cui tendiamo non potrà essere solo il risultato dei nostri sforzi, ma sarà piuttosto un dono ricevuto dall’alto, da invocare sempre”. “Ogni anno – ha aggiunto - i sussidi per la Settimana di Preghiera vengono preparati da un gruppo ecumenico di una diversa regione del mondo. Vorrei soffermarmi su questo punto. Quest’anno, i testi sono stati proposti da un gruppo misto composto da rappresentanti della Chiesa cattolica e del Consiglio Ecumenico Polacco, che comprende varie Chiese e Comunità ecclesiali del Paese". “Anche questo lavoro fatto insieme – ha sottolineato Benedetto XVI – è un segno del desiderio di unità che anima i cristiani e della consapevolezza che la preghiera è la via primaria per raggiungere la piena comunione”, "uniti verso il Signore andiamo verso l'unità". Il tema della Settimana di quest’anno è stato suggerito dall’ampio gruppo ecumenico polacco, che “riflettendo sulla propria esperienza come nazione, ha voluto sottolineare quanto forte sia il sostegno della fede cristiana in mezzo a prove e sconvolgimenti, come quelli che hanno caratterizzato la storia della Polonia”, "un tema incentrato sul potere trasformante della fede in Cristo, in particolare alla luce dell’importanza che essa riveste per la nostra preghiera in favore dell’unità visibile della Chiesa, Corpo di Cristo". “La storia particolare della nazione polacca, che ha conosciuto un periodo di convivenza democratica e di libertà religiosa, come nel XVI secolo, è stata segnata, negli ultimi secoli, da invasioni e disfatte, ma anche dalla costante lotta contro l’oppressione e dalla sete di libertà”, l’analisi del Papa, secondo il quale “Cristo parla di una vittoria attraverso l’amore, il servizio reciproco, l’aiuto, la nuova speranza e il concreto conforto donati agli ultimi, ai dimenticati, ai rifiutati. Per tutti i cristiani, la più alta espressione di tale umile servizio è Gesù Cristo stesso. Noi possiamo prendere parte a questa ‘vittoria’ solo se ci lasciamo trasformare da Dio, solo se operiamo una conversione della nostra vita”. “La piena e visibile unità dei cristiani – ha spiegato il Papa – esige che ci lasciamo trasformare e conformare, in maniera sempre più perfetta, all’immagine di Cristo. L’unità per la quale preghiamo richiede una conversione interiore, sia comune che personale. Non si tratta semplicemente di cordialità e di cooperazione, occorre rafforzare la nostra fede in Dio, nel Dio di Gesù Cristo, che ci ha parlato e si è fatto uno di noi; occorre entrare nella nuova vita in Cristo, che è la nostra vera e definitiva vittoria; occorre aprirsi gli uni agli altri, cogliendo tutti gli elementi di unità che Dio ha conservato per noi e sempre nuovamente ci dona; occorre sentire l’urgenza di testimoniare all’uomo del nostro tempo il Dio vivente, che si è fatto conoscere in Cristo”. "Il Concilio Vaticano II ha posto la ricerca ecumenica al centro della vita e dell'operato della Chiesa", ha ricordato Benedetto XVI. "E il Beato Giovanni Paolo II ha sottolineato la natura essenziale di tale impegno: 'Questa unità, che il Signore ha donato alla sua Chiesa e nella quale egli vuole abbracciare tutti; questa unità non è un accessorio, ma sta al centro stesso della sua opera. Né essa equivale ad un attributo secondario della comunità dei suoi discepoli. Appartiene invece all'essere stesso di questa comunità'. Il compito ecumenico è dunque una responsabilità dell'intera Chiesa e di tutti i battezzati, che devono far crescere la comunione parziale già esistente tra i cristiani fino alla piena comunione nella verità e nella carità". La preghiera per l’unità, ha rimarcato il Pontefice, "deve diventare parte integrante della vita orante, di tutti i cristiani, in ogni luogo e in ogni tempo, soprattutto quando persone di tradizioni diverse s’incontrano e lavorano insieme per la vittoria, in Cristo, su tutto ciò che è peccato, male, ingiustizia, violazione della dignità dell’uomo”. "Da quando il movimento ecumenico moderno è nato, oltre un secolo fa, vi è sempre stata una chiara consapevolezza del fatto che la mancanza di unità tra i cristiani impedisce un annuncio più efficace del Vangelo, perché mette in pericoli la nostra credibilità", ha detto il Papa. "Certamente, per quanto riguarda le verità fondamentali della fede, ci unisce molto più di quanto ci divide. Ma le divisioni restano, e riguardano anche varie questioni pratiche ed etiche, suscitando confusione e diffidenza, indebolendo la nostra capacità di trasmettere la parola salvifica di Cristo". Risuonano ancora attuali, in questo senso, le parole di Giovanni Paolo II, che nell’Enciclica “Ut unum sint” parla del “danno causato alla testimonianza cristiana e all’annuncio del Vangelo dalla mancanza di unità”. La mancanza di unità, ha affermato Benedetto XVI, è “una grande sfida per la nuova evangelizzazione, che può essere più fruttuosa se tutti i cristiani annunciano insieme la verità del Vangelo di Gesù Cristo e danno una risposta comune alla sete spirituale dei nostri tempi”. Di qui l’invito finale del Papa a “unirsi in preghiera in modo più intenso durante questa Settimana per l’unità, perché cresca la testimonianza comune, la solidarietà e la collaborazione tra i cristiani, aspettando il giorno glorioso in cui potremo professare insieme la fede trasmessa dagli Apostoli e celebrare insieme i Sacramenti della nostra trasformazione in Cristo”, perché “solo Lui può salvarci dalle conseguenze negative delle nostre divisioni”.

SIR, TMNews

L’UDIENZA GENERALE - il testo integrale della catechesi e dei saluti del Papa