venerdì 27 aprile 2012

Card. Koch: mi ha stupito il significativo appello del Papa ai preti dissidenti. Gli Ordinariati di ex anglicani sono frutto del dialogo ecumenico

"La mia reazione immediata è stata di stupore: perchè rendere tale onore della citazione alla 'Chiamata alla disobbedienza'? D'altra parte, perciò, era ormai necessario che il Papa dicesse una parola al riguardo". Il card. Kurt Koch (nella foto con Benedetto XVI), presidente del Pontificio Consiglio per la promozione dell'Unità dei cristiani, confida alla rubrica "Rosso porpora" del settimanale Tempi la sua reazione davanti all'appello all'obbedienza rivolto da Benedetto XVI ai sacerdoti dissidenti dell'Austria nella Messa crismale, un "contesto - spiega - dove si rinnovano le promesse sacerdotali, tra le quali quella dell'obbedienza". "Un'occasione significativa - dunque - poichè sono importanti non solo le parole ma anche il contesto che rende il tutto assolutamente chiaro". Il Pontefice, sottolinea Koch, anche in questo caso è intervenuto "alla sua maniera, chiara ma molto gentile". Nell'intervista, il porporato si sofferma anche sulle radici del dissenso che sembra estendersi dall'Austria all'intera area tedesca. "Credo che da noi - spiega il porporato svizzero - abbiano recepito il Concilio accogliendo soprattutto l'interpretazione datane da Hans Küng e, a ruota, da molti massmedia". Su questa, secondo il card. Koch, "si fondano le irrequietezze odierne". In ogni caso, osserva il capo dicastero, "molti hanno firmato perchè percepiscono le difficoltà del momento; non penso però che tutti siano d'accordo con gli sviluppi: sacerdoti e diaconi che incitano alla disobbedienza è un fatto molto inusuale". "Il fatto che gruppi di anglicani chiedano di entrare nella Chiesa Cattolica è il frutto del dialogo ecumenico di questi decenni, di questi anni. Senza il consenso raccolto per il lavoro fatto, tale situazione non si sarebbe concretizzata". "La conversione di singoli - osserva Koch - è una costante nella storia della Chiesa Cattolica. La novità risiede nel fatto che in questa fase ci sono gruppi di vescovi e sacerdoti con i loro fedeli che chiedono di entrare. Fin qui sono oltre mille, un fatto nuovo che il Santo Padre ha onorato, aprendo ai postulanti la porta della Chiesa Cattolica e concedendo loro - attraverso l'istituzione degli Ordinariati - di conservare alcune forme liturgiche specifiche anglicane". "L'iniziativa - tiene a ricordare il capo dicastero - non è stata del Santo Padre, il quale ha dato una risposta positiva a una richiesta esterna". Tutto dipende, secondo Koch, "dalle grandi dinamiche sviluppatesi in questi anni all'interno della comunità mondiale anglicana". Infatti, "tra le varie Chiese nazionali le differenze in materia etica sono enormi. L'arcivescovo di Canterbury è responsabile dell'unità interna, ma non ha il potere di imporre soluzioni". E il dimissionario Rowan Williams "ha fatto molto, ha cercato di salvare quel che poteva".

Agi