lunedì 25 giugno 2012

Le consultazioni internazionali del Papa per la 'nuova' Curia solo all'inizio. Il presente e il futuro della Chiesa a Roma per i Santi Pietro e Paolo

Non è finita con i cinque cardinali sentiti sabato: le consultazioni "internazionali" di Benedetto XVIper venire a capo dei problemi di "governance" in Vaticano sono solo all'inizio. Il Papa si prepara auna fitta serie di "colloqui e riflessioni" prima di partire, il 3 luglio, per le vacanze a Castel Gandolfo. E questo "profittando" dell'arrivo a Roma di una buona rappresentanza della Chiesa universale, 44 arcivescovi metropoliti nominati nel 2012 che il 29 giugno, venerdì, per la Solennità dei Santi Pietro e Paolo, riceveranno dal Pontefice il Pallio che simboleggia l'unità degli apostoliintorno a Pietro. Arrivano dai quattro angoli del pianeta e tra di essi ci sono personalità di primo piano come il cardinale di Berlino Rainer Maria Woelki (ha 55 anni ed è il più giovane porporato al mondo) o il cardinale messicano Francisco Robles Ortega, 63 anni, arcivescovo di Guadalajara. Tra i tre italiani c'è il patriarca di Venezia Francesco Moraglia, appena 59 anni, prossimo cardinale che già viene considerato un futuro papabile. Ma dalle Antille alla Nuova Guinea, dall'Australia alla Corea (l'arcivescovo di Seul Andrew Yeom Soo Jung), dal Pakistan (Joseph Coutts, di Karachi) all'India (Thomas D'Souza, di Calcutta), domina il resto del mondo. Sette brasiliani, quattro americani come l'arcivescovo cappuccino di Philadelphia Charles Joseph Chaput, 67 anni, destinato a diventare il primo cardinale "nativo americano" della storia (nella lingua della tribù "Prairie Band Potawatomi" si chiama "Pietasa", ovvero "vento frusciante"). Sono quattro anche i filippini, a cominciare da Luis Antonio Tagle, 55 anni, arcivescovo di Manila. L'Africa è rappresentata dagli arcivescovi diMalanje (Angola), Kasama (Zambia) e dal nigeriano di Lagos Alfred Adewale Martins. E così via: il presente e il futuro della Chiesa nel mondo. Anche tra loro Benedetto XVI sceglierà gli interlocutori per affrontare la questione delrinnovamento della Curia romana. Nel frattempo èmontata l'insofferenza tra gli episcopati e le nunziature: la percezione di una vicenda tutta "italiana", la diffidenza dei diplomatici per il canonista Bertone. La convinzione generale è che Vatileaks avrà l'effetto di accelerare la "internazionalizzazione" della Curia: il prossimo Segretario di Stato tornerà ad essere un diplomatico, con tutta probabilità non italiano. Il cardinale di Parigi André Vingt-Trois ha detto che è "inadatta" alla Chiesa contemporanea. "Ha ragione", sospira un cardinale di Curia. Alla fine, comesempre, Benedetto XVI ascolterà tutti e deciderà da solo. "Abbiamo il dovere morale di stringercicon affetto filiale al Santo Padre in questo momento così doloroso per lui», dice il cardinaleSalvatore De Giorgi, della commissione di indagine: "Senza dubbio, per ciò che sta subendo,Benedetto XVI è il nuovo Giovanni Battista".

Gian Guido Vecchi, Corriere della Sera