mercoledì 27 giugno 2012

Lettera del segretario generale della Fraternità San Pio X: il preambolo dottrinale tornato quello di settembre, per mons. Fellay è inaccettabile

Il cammino verso la piena comunione con i lefebvriani potrebbe trovare nuovi ostacoli. Lo attesta una lettera circolare destinata ai superiori dei distretti e dei seminari della Fraternità San Pio X, datata 25 giugno ed è classificata come "confidenziale". Un sito web che segue con molta attenzione le vicende tradizionaliste l’ha resa nota. Si tratta di una comunicazione interna a firma di don Christian Thouvenot, segretario generale della Fraternità, spedita dalla Casa generalizia di Menzingen ai responsabili delle comunità lefebvriane. Thouvenot scrive che "secondo molteplici fonti concordanti" la versione del preambolo dottrinale, corretta dal superiore mons. Bernard Fellay, "sembrava soddisfare il Sovrano Pontefice". Il 13 giugno, si legge ancora nella lettera, il card. William Levada (nella foto con Benedetto XVI), prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede, "ha consegnato al nostro superiore generale il testo di aprile, ma con correzioni tali da riproporre, in sostanza, le proposizioni" contenute nel preambolo dottrinale dato a Fellay nel settembre 2011. Si sarebbe cioè tornati praticamente alla prima dichiarazione dottrinale vaticana e gli emendamenti proposti dal superiore della Fraternità San Pio X sarebbero stati rifiutati. Thouvenot scrive quindi: "Fellay ha fatto subito sapere che non avrebbe potuto firmare questo nuovo documento, chiaramente inaccettabile. Il prossimo Capitolo permetterà di fare il punto" sul dossier relativo ai rapporti con la Santa Sede. Nella lettera si informa che Fellay ha anche revocato al vescovo Williamson la facoltà di partecipare al capitolo, "per le sue prese di posizione che invitano alla ribellione e per la sua disobbedienza continuamente ripetuta". Infine, don Thouvenot conferma la notizia già circolata riguardante la decisione dello stesso Fellay di rinviare delle ordinazioni di religiosi domenicani e cappuccini appartenenti alla Fraternità, previste per il 29 giugno, perché intende essere sicuro "della lealtà di queste comunità" prima "di imporre le mani sui loro candidati". Si confermano così le difficoltà che era possibile individuare tra le righe del comunicato della Fraternità San Pio X pubblicato dopo l’incontro in Vaticano del 13 giugno. Difficoltà delle quali ha parlato anche don Alain-Marc Nély, secondo assistente generale della Fraternità San Pio X, in un incontro con alcuni sacerdoti del distretto di Francia che si è tenuto lo scorso 21 giugno. Nely ha confermato che le ultimo modifiche contenute nella dichiarazione dottrinale consegnata da Levada a Fellay non soddisfano la Fraternità su punti essenziali quali il Concilio Vaticano II e il Novus Ordo Missae, cioè la Messa scaturita dalla riforma liturgica post-conciliare. La risposta del superiore lefebvriano arriverà dopo l’ormai prossimo capitolo generale. Fellay appare convinto dell’importanza di ristabilire la piena comunione, un obiettivo al quale, com’è noto, tiene in modo particolare Benedetto XVI. Don Nely ha sottolineato le parole con cui si concludeva il comunicato della Fraternità dopo l’ultimo incontro romano, quelle sulla speranza che si continui il dialogo per arrivare "a una soluzione per il bene della Chiesa e le anime".

Andrea Tornielli, Vatican Insider