domenica 23 settembre 2012

Il Papa: apprezzamento per l'impegno della Confederazione nazionale coltivatori diretti in favore della salvaguardia del creato. Vi ringrazio per i doni

Prima di congedarsi dai fedeli presenti nel cortile del Palazzo Apostolico di Castel Gandolfo, il Papa ha rivolto un “cordiale saluto ai pellegrini di lingua italiana, in particolare ai soci della Confederazione nazionale coltivatori diretti”. “Cari amici - ha dichiarato -, esprimo apprezzamento per il vostro impegno in favore della salvaguardia del creato e vi ringrazio per i doni”. La consegna ufficiale è avvenuta questa mattina, a Castel Gandolfo: gli agricoltori della Coldiretti hanno consegnato a Benedetto XVI il primo miele raccolto dagli alveari collocati nell’azienda agricola del Vaticano. Insieme a 25 mucche (che producono circa 50 litri di latte al giorno), 300 galline ovaiole, 3 caprette, 2 asinelli e 2 falchetti che proteggono i frutteti dagli assalti dei corvi, le api della fattoria pontificia (mezzo milione sparse in otto alveari), hanno prodotto quest’anno 80 chili di miele biologico “millefiori”, ricavato prevalentemente da fiori di castagno presenti nella fattoria che nel 1929 Pio XI ampliò destinandola all’attività agricola. Ma la Coldiretti questa mattina ha donato al Santo Padre anche un vigneto a chilometri zero, piantato anche questo all’interno delle Ville Pontificie. La vigna appena impiantata è di circa 1000 metri quadrati e si trova in un suggestivo angolo della tenuta sotto la statua del Cristo Buon Pastore. Si tratta di vitigni di “Trebbiano” (bianco) e di “Cesanese di Affile” (rosso) autoctono che a fine estate 2013 darà vini a “km zero” di spiccata aromaticità. E per consentire ai tecnici dell’azienda di lavorare “in casa” l’uva raccolta, la Coldiretti ha anche provveduto ad ammodernare la piccola cantina con le attrezzature necessarie e le botti di castagno e rovere per l’invecchiamento del vino. La vigna regalata a Benedetto XVI, dicono gli agricoltori, “ha inteso richiamarsi alle prime parole ai fedeli pronunciate il 19 aprile 2005 da Joseph Ratzinger, appena eletto Pontefice, quando si definì un umile lavoratore nella vigna del Signore, alludendo a un’umiltà prima di tutto intellettuale che tanto spesso lo ha portato a ripetere che la scienza non può considerarsi autosufficiente, ma dovrebbe avere l’umiltà e il coraggio di aprirsi al mistero di Dio”.

SIR - Fabio Marchese Ragona, Stanze Vaticane