Le prospettive della Commissione
Teologica Internazionale e la figura
stessa del teologo, così come sono
emerse dai lavori della sessione plenaria,
sono state presentate a Benedetto
XVI durante l'udienza dall’arcivescovo Gerhard
Ludwig Müller (foto), prefetto della Congregazione
per la Dottrina della Fede,
nella sua veste di nuovo presidente.
"Ogni incontro di questa
Commissione con il Papa ha per
noi un significato del tutto speciale" ha detto mons. Müller, ricordando, proprio "nel giorno
della festa di Sant’Ambrogio", che
il card. Ratzinger è stato
"membro dal primo quinquennio
dei lavori della Commissione divenendone
poi presidente, e ora come
Successore di Pietro è il primo destinatario
del servizio svolto dalla
Commissione, chiamata a offrire il
suo aiuto al Magistero della Chiesa". Nella plenaria, ha detto l’arcivescovo al Pontefice, "la Commissione
ha proceduto con una riflessione
collegiale su tre importanti
questioni teologiche elaborando
uno studio sul tema 'Dio Trinità,
unità degli uomini. Cristianesimo e
monoteismo'; riflettendo sulla dottrina
sociale ecclesiale nella sua relazione
con la fede e la missione
della Chiesa; affrontando il tema
nuovo del 'sensus fidei'".
Facendo il punto delle iniziative,
il presidente ha reso noto che
"nell’arco di quest’anno è stato intrapreso
un maggiore impegno per
la promozione dei documenti pubblicati
dalla Commissione - sin dalla
sua fondazione per volontà del
servo di Dio Papa Paolo VI l’11 aprile
1969 - fino all’ultimo su 'La teologia
oggi. Prospettive, principi e
criteri'. Sono ormai venticinque.
Questi documenti, come ha scritto
il card.Ratzinger da presidente
della Commissione, costituiscono
“'n capitolo della storia della teologia
post-conciliare, la cui importanza
non è stata ancora riconosciuta'". Inoltre "in questi ultimi mesi
la Commissione si è impegnata affinché
tutti i testi, in diverse traduzioni,
siano raggiungibili anche per
mezzo della pagina internet sul sito
vaticano", per essere a disposizione
"dell’intera comunità teologica, dei
pastori e dei fedeli della Chiesa".
La Commissione inoltre, ha assicurato
il presidente, si sente direttamente
interpellata dall’"indizione
dell’Anno della fede, in cui anche i
teologi sono chiamati a riscoprire
con rinnovato vigore ciò che essenziale
nella loro vocazione, che è
quella di servire la 'fede che cerca
di comprendere'". La «partecipazione
a questo 'kairòs' della Chiesa"
è stata espressa anche con un messaggio
e con il pellegrinaggio a
Santa Maria Maggiore, compiuto ieri.
Proprio la Messa nella Basilica Liberiana
è stata per l’arcivescovo
Müller l’occasione per proporre una
riflessione sul significato del lavoro
teologico oggi. È bene, ha detto,
"nell’Anno della fede tornare con
rinnovato vigore spirituale e teologico" all’immagine di Maria "beata
perché ha creduto". Infatti "la fede
della Vergine diventa, sin dai primi
passi del Vangelo, modello del pellegrinaggio
nella fede come la descriverà
il Concilio Vaticano II".
L’arcivescovo ha quindi fatto notare
che non si tratta di "una fede
passiva, che accetta in modo immobile
quanto proposto da Dio, quasi
in una logica di obbligo che renderebbe
schiavi. Ma è la fede che, nel
dialogo con Dio, diventa collaboratrice
e coprotagonista della salvezza,
si fa concretezza della storia, si incarna
tangibilmente nel mondo che
in fondo, coscientemente o meno,
attende la salvezza stessa".
Per il presidente della Commissione,
in sostanza, la questione centrale
è "il primato della fede. Per
Agostino non c’è dubbio che Maria
è più felice nel ricevere la fede di
Cristo che nel concepire la carne di
Cristo". E "in questa nostra comunità
teologica - ha affermato - vogliamo
rilevare oggi un solo aspetto
particolare del cammino credente
della Vergine. Nella luce della fede,
lei è la creatura sapiente abbandonata
nelle mani di Dio. Il dono della
fede introduce alla vera sapienza
del mistero". Così "Maria è invocata
dalla secolare preghiera della
Chiesa quale Sede della Sapienza.
Un’invocazione che interpella e obbliga
nel cuore ogni teologo. Gli
uomini e le donne della scienza teologica
non potrebbero corrispondere
pienamente all’oggetto della propria
scienza se trascurassero il suo
aspetto sapienziale. La sapienza nella
scienza teologica ci fa comprendere
per il meglio che il mistero
studiato - Deus- Trinitas , Dio di Gesù
Cristo - non è semplicemente
un oggetto affidato alle nostre menti,
ma è il vero Soggetto del nostro
pensare. Cristo è il vero Teologo
delle antiche Scritture, noi assieme
a Maria siamo tutti discepoli del
Verbo".
"La Commissione - ha rilevato
ancora mons. Müller - nell’ultimo
documento ha voluto concludere
la propria riflessione sulla teologia
oggi, aprendo proprio questa
prospettiva sapienziale. Non trascurando
mai competenza e professionalità
scientifica dell’impegno teologico,
questo va compreso nell’ampio
orizzonte della sapienza che, nel tesoro
della fede, è stata affidata alla
Chiesa". L’arcivescovo ha quindi
invitato a «tenere presente il profondo
rapporto di Maria con il modo
di pensare teologico. Chi tra gli
uomini ha conosciuto meglio di Lei
il Figlio di Dio? Chi tra le creature
ha avuto migliore dimestichezza
con il soggetto e oggetto della nostra
scienza? La Vergine sapiente,
nel suo atteggiamento di fede, ci insegna
la fedeltà e la prudenza, lo
zelo e la pietà, come la vera libertà
dei cultori delle scienze teologiche".
Ed è proprio a Maria, "pellegrina
nella fede e madre della Chiesa",
che il presidente ha affidato "la
Commissione Teologica Internazionale
e, idealmente, tutta la comunità
teologica nella Chiesa". L’auspicio,
ha concluso, è che "teologi e
teologhe, con il loro prezioso e indispensabile
lavoro, seguendo il
modello dell’Immacolata “esp erta”
di Cristo, possano costituire la ricchezza
del quotidiano cammino ecclesiale
nell’intelligenza della fede".
L'Osservatore Romano
L'Osservatore Romano