venerdì 25 gennaio 2013

Card. Bertone: passare per la porta stretta significa proporre una parola autorevole anche su questioni che attengono all’ordine sociale e politico, quando sono in gioco i valori fondanti della convivenza civile e la stessa fedeltà al Vangelo spinga a non rimanere muti. Genuina riconoscenza di Bagnasco al Papa

Una raccolta che “testimonia l’impegno incessante nello scoprire e nel proporre all’attenzione della comunità ecclesiale e del Paese una via stretta di scrupoloso rispetto della giustizia e della verità”. Così il card. Tarcisio Bertone (foto), segretario di Stato vaticano, ha definito “La porta stretta”, il testo che raccoglie le prolusioni del primo quinquennio del card. Bagnasco alla presidenza della CEI, presentato oggi a Roma. A fare da “filo conduttore”, il “rilievo” dato all’Italia dalla “speciale vicinanza alla sede apostolica e alla persona del Papa, che rappresenta un indubbio privilegio e insieme un’alta responsabilità”. Nelle prolusioni del card. Bagnasco, secondo il card. Bertone, sono presenti “riferimenti costanti” e “genuina riconoscenza” a Benedetto XVI per il suo magistero; sullo “sfondo”, come “una sorta di solido architrave che sorregge tutte le impalcature”, “uno sguardo di sereno cristiano ottimismo verso i destini dell’essere umano e della nazione italiana”. Per il card. Bagnasco, infatti, l’antidoto allo “scoramento” o “alla tentazione del disimpegno” è “il radicamento profondo nel popolo italiano della fede cristiana”, che non può essere strumentalmente ridotta a “religione civile”. Quella presente nel testo è quindi “una parola forte, chiara e incisiva sulle diverse questioni del momento, che attendono l’autorevole insegnamento dei vescovi”. “Una parola forte, chiara e incisiva sulle diverse questioni del momento, a partire da quelle riguardanti l’emergenza educativa o quella lavorativa, la famiglia, la sessualità e la bioetica”. Così il card. Bertone ha sintetizzato il libro del card. Bagnasco. Secondo il cardinale, i temi “più ricorrenti” nelle prolusioni “sono i temi che accompagnano la vita e l’evoluzione della società e della Chiesa in Italia”. Tra di essi, quello della famiglia “ha una speciale centralità”, perché “centrale è suscitare nei giovani interesse per un progetto di vita” non effimero. Il volume, quindi, contiene “parole chiare a difesa della famiglia fondata sul matrimonio tra un uomo e una donna”, basate “sulla ragione prima che sulla rivelazione”. Molto spazio, inoltre, viene dato all’identità del sacerdote, figura di riferimento “anche per i più lontani”. Compito dei vescovi è anche “non sottrarsi dall’esprimere un giudizio” su questioni “scottanti” come la bioetica, “quando il valore incomparabile della dignità umana è minacciato dal disconoscimento del valore di ogni istante e di ogni condizione di vita”. “In pieno accordo” col Papa, inoltre, il card. Bagnasco “invita ad un’assunzione di responsabilità di tutti coloro che rivestono un ruolo educativo”. Tra i temi socio-politici, le “aspre conseguenze” della crisi “sui livelli occupazionali e sugli stili di vita”. “Passare per la porta stretta” significa “proporre una parola autorevole anche su questioni che attengono all’ordine sociale e politico, quando sono in gioco i valori fondanti della convivenza civile e la stessa fedeltà al Vangelo spinga a non rimanere muti”. “La forma più concreta per cambiare o migliorare la società - ha affermato il porporato - è la partecipazione al voto col quale esprimere il proprio discernimento che confermi l’affidabilità dei programmi e delle persone che li sostengono. Questa partecipazione resta in definitiva per tutti il segno concreto dell’assunzione di un impegno, senza disertare dalle proprie responsabilità”. “Tra chi vorrebbe che i Pastori rimanessero silenti in una neutralità asettica che non disturbi, e chi invece chiede che la Chiesa si pronunci in favore dell’uno o dell’altro schieramento - ha spiegato il cardinale - si profila la porta stretta dell’esortazione e del discernimento, perché prevalgano in tutti le istanze veritative, il senso del bene comune e la forza di porre sempre al di sopra degli interessi personali o di fazione, quelli dell’intera compagine sociale”. Per questo la Chiesa “non rinuncia a prendere posizione per quanti si impegnano concretamente in vista dei veri interessi della comunità e dell’essere umano, nell’integralità dei suoi diritti e dei suoi doveri, personali, familiari e sociali”. “Un metodo e un atteggiamento particolarmente prezioso”, per il card. Bertone, “anche in questo delicato frangente della vita nazionale in cui occorre richiamare la perenne urgenza dei valori irrinunciabili fondati sulle istanze della ragione illuminata e potenziata dalla fede”. “Tra il portone spalancato della distrazione e della latitanza, volto a raccogliere il plauso di chi si attende dai Pastori della Chiesa poco più di una rituale benedizione che anestetizzi le coscienze, e la porta dell’ingerenza miope, che mira ad acquisire qualche vantaggio immediato, cercando di vincere tante piccole battaglie di Pirro - il punto centrale del discorso del card. Bertone - c’è la porta stretta di una responsabile presenza nella società e nella cultura italiana, che intende solo servire la verità e promuovere la collaborazione in uno spirito di ordinata concordia, che, nella fedeltà al Vangelo, si offre a tutti quale stimolo e proposta alta, quale terreno fertile di confronto e di dialogo rispettoso, senza sconti facili e senza zone franche dal giudizio e dal discernimento”. Il volume del card. Bagnasco, per il segretario di Stato vaticano, “ben documenta questa benefica presenza e questo approccio forte, pacato e determinato, in vista del bene comune”.
 
SIR