mercoledì 9 gennaio 2013

Vian: i discorsi del Papa, uomo di fede che davvero vuole parlare a tutti di ciò che più gli preme, e cioè della questione di Dio, rischiano di non essere valorizzati nel panorama mediatico, sempre più affollato e distratto

Gli interventi di Benedetto XVI rischiano talvolta di "non essere valorizzati nel panorama mediatico, sempre più affollato e distratto. E che a volte purtroppo li ignora nonostante l'interesse e l'apprezzamento crescenti per Benedetto XVI, un uomo di fede che davvero vuole parlare a tutti di ciò che più gli preme, e cioè della questione di Dio". Lo scrive L'Osservatore Romano a margine del discorso d'inizio anno di Benedetto XVI al Corpo Diplomatico. "Il passaggio dell'anno civile, che s'incrocia con il tempo della Chiesa, costituisce per il Papa - sottolinea il direttore del giornale vaticano, Giovanni Maria Vian - un'occasione privilegiata per parlare ai cattolici e al mondo, ma in questi giorni. Interventi che inevitabilmente si concentrano, rischiando, anche per il periodo festivo, di passare inosservati". Il Papa cerca "instancabilmente un colloquio con tutti": questo è per Vian il "filo rosso" che lega l'allocuzione del 21 dicembre alla Curia romana, l'omelia di Natale, il discorso alla città e al mondo, quello per l'incontro di Taizè, e le omelie per il Te Deum e per l'ordinazione episcopale di quattro suoi collaboratori (tra i quali il suo segretario particolare), e il discorso di oggi a chi rappresenta le moltissime Nazioni con le quali la Santa Sede ha rapporti diplomatici. In quest'ultimo intervento, per Vian, "molto importante e significativa è stata l'insistenza iniziale di Benedetto XVI che questo sforzo di rapporti, sostenuto in prima persona dai rappresentanti pontifici, tra i quali il Pontefice ha voluto ricordare il nunzio in Costa d'Avorio, morto in un tragico incidente stradale, e di dialogo, motivato dal bene spirituale e materiale di ogni persona umana per promuoverne ovunque la dignita' trascendente, dimensione evocata per ben quattro volte nel discorso al corpo diplomatico". "Non dunque - conclude - di ingerenza nelle diverse società si tratta, ma di una preoccupazione che vuole rivolgersi alle coscienze dei cittadini per il bene di ogni persona".
 
Agi