lunedì 19 gennaio 2009
VI Incontro Mondiale delle Famiglie. Il commento all’evento del capo ufficio del Pontificio Consiglio per la Famiglia
Quanto è stato detto in questi giorni qui è già presa di coscienza, è già vita. La famiglia è un bene immenso. Bisogna difenderla, sostenerla, valutarla, amarla, privilegiarla. La famiglia, come la scuola, come la parrocchia, devono ritornare a formare i figli, a formare i giovani. Non bisogna delegare nessuno, non bisogna delegare gli altri, Stato compreso: entrino in questo processo formativo non per indottrinare ma per seriamente formare. Alla crisi di valori dei nostri giorni, è stato sottolineato da più parti, per rispondere con una proposta seria, i valori umani, religiosi e cristiani devono camminare insieme, perché hanno un unico obiettivo: il bene totale della persona. Toccanti sono state le testimonianze di famiglie dei cinque continenti. Commovente la preghiera per i nonni, scritta da Papa Benedetto XVI e recitata in più lingue durante la veglia mariana. Significativo ancora è stato il rinnovo delle promesse matrimoniali e la benedizione degli anelli che si sono scambiati gli sposi. Continua è stata in questi giorni la preghiera a nostra Signora di Guadalupe per la pace in Terra Santa e in modo particolare per Gaza. Dall’America del Nord all’Europa la famiglia deve ritornare ad essere al centro delle politiche dei legislatori. Se la Chiesa considera la politica come un bene immenso a guadagnarci è solo la società civile. Tutto quello che si fa per il bene della famiglia si riflette automaticamente nella società civile e nella comunità ecclesiale. E’ questo il messaggio del VI Incontro mondiale della famiglie.