di Angelo Sceppacerca
Si è concluso ieri, domenica 18 gennaio, il VI Incontro Mondiale delle Famiglie a Città del Messico. Oltre diecimila le iscrizioni, ma gli ingressi giornalieri hanno superato le dodicimila unità.
La famiglia è una buona notizia. Una forte impressione è che in questi giorni si è rinnovata l’immagine e la percezione della famiglia: c’è una buona notizia per tutti, per le persone e per la società, pur nella consapevolezza della crisi e delle sfide difficili da affrontare. Eppure, la famiglia è e resta la buona notizia, il vero bene della società civile. Non si può vivere senza valori, senza il vero e il bene; ed essa ne possiede e ne custodisce molti, li coltiva, li trasmette. C’è valore più grande della persona? La famiglia dona la vita e, al suo interno, ogni persona si percepisce come valore perché si sente amata. Ogni persona, amata, a sua volta si apre con fiducia alla vita, al rispetto degli altri, alla pratica della giustizia, della solidarietà, al servizio. Ci sono poi i valori cristiani e la famiglia ne è la culla naturale. Laddove i genitori pregano e hanno un rapporto con Dio, il figlio lo percepisce come presente. La famiglia è vera scuola, originale, non teorica ma esperienziale, dove i valori vengono recepiti come esigenze della vita stessa e necessari ad una vita degna e riuscita.
Vivere nella frattura. Le mille sofferenze della e nella famiglia, le separazioni, gli abbandoni, le perdite, i divorzi, ne sono una prova allo specchio, con l’immagine rovesciata. Eppure anche nella frattura non mancano mamme sole, vere eroine, situazioni di emergenza e di grande generosità. C’è bisogno soprattutto di normalità, dell’incontro dei generi e delle generazioni: l’uomo con la donna, i figli con i genitori, figli a loro volta. Uno scambio vitale che arricchisce l’unità della famiglia. La Chiesa non abbandona i divorziati, i risposati, pur riconoscendone la condizione non evangelica. A parte l’Eucaristia - che resta il vertice della vita cristiana – tutto il resto del patrimonio della Chiesa è a loro disposizione perché si sentano amati e spronati a mettersi in cammino: catechesi, Parola di Dio, gruppi di condivisione, preghiera. Se il congresso ha mostrato in ogni sfaccettatura la complessità e la ricchezza dei valori consegnati alla famiglia, il momento di festa e di testimonianza ne ha mostrato la bellezza e le tante famiglie, con le loro storie, sono state una finestra spalancata sul mondo.
La festa dei figli. Alcune centinaia di operatori dei media accreditati. L’area stampa è una fiera di paese, con il meglio della tecnologia. A passar lì per caso c’è la possibilità che qualcuno ti fermi e ti proponga un’intervista. Televisioni, radio e giornali, per non dire dei siti web, hanno pagine e pagine sul congresso, sulle famiglie riunite nel grande centro espositivo Banco Mer. Anche il numeroso gruppo dei cardinali e dei vescovi è una novità. E poi gruppi di famiglie da ogni parte dei cinque continenti. Vestiti, lingue, fogge, bandiere. Anche l’Expo dedicato alle famiglie ha numerosi stand con materiale informativo sulle centinaia di associazioni, iniziative, esperienze, movimenti, che si occupano di famiglie. Un ampio spazio è destinato ai giochi dei bimbi, lì la festa è continua e coinvolgente.
O famiglia o caos. Si diceva dei mezzi di comunicazione. Spesso scantonano, quando insistono su questioni comunque marginali, come omosessualità e contraccezione e come la Chiesa si pone a confronto. La sensazione è che si offre la patologia come norma, mentre i rimedi all’allarme sulla crescita della delinquenza giovanile, vengono cercati nell’aumento del personale di polizia e delle residenze carcerarie. Studiosi a loro volta, genitori, al contrario, vedono e mostrano come la vera causa sia lo smantellamento della famiglia, il solo luogo naturale dove si educa ai valori e alle regole, dove si impara il codice morale del bene comune. Nessuno sconto nel giudizio: senza la famiglia si va verso il caos e il vandalismo universale e la bancarotta morale si traduce anche in bancarotta economica.
Una voce armoniosa. La chiusura del congresso è tutta un crescendo, nonostante le lunghe ore in sala e la temperatura molto rigida. Ma il cuore delle famiglie – e in Messico non può che confermarsi tale – è un fuoco inestinguibile e la sala dei diecimila vibra ad ogni appello, aderisce ad ogni proposta, si accende attorno a parole e nomi che ben riconosce come propri: la Chiesa, il Papa, la Vergine di Guadalupe. C’è un grazie per ognuno perché ognuno è stato protagonista, sul palco o in assemblea, in chiesa o in cabina di traduzione, a mensa o nei servizi più umili. Un simbolo, fra tanti, è il dono del Pontificio Consiglio della famiglia al cardinale Norberto Rivera, arcivescovo primate del Messico: una campana dedicata alla Sacra Famiglia, opera e dono della Pontificia Fonderia Marinelli di Agnone. Simbolica anche per la fattura, ancora come mille anni fa, ad opera della più antica famiglia artigiana italiana: la fusione di bronzo, fuoco e arte. Il cardinale Norberto e due ragazzi la suonano e i rintocchi si diffondono nella grande sala: la voce delle famiglie convocate a Città del Messico è cristallina, calda, armoniosa e persistente. Una buona e bella notizia che si diffonde.
Vivere nella frattura. Le mille sofferenze della e nella famiglia, le separazioni, gli abbandoni, le perdite, i divorzi, ne sono una prova allo specchio, con l’immagine rovesciata. Eppure anche nella frattura non mancano mamme sole, vere eroine, situazioni di emergenza e di grande generosità. C’è bisogno soprattutto di normalità, dell’incontro dei generi e delle generazioni: l’uomo con la donna, i figli con i genitori, figli a loro volta. Uno scambio vitale che arricchisce l’unità della famiglia. La Chiesa non abbandona i divorziati, i risposati, pur riconoscendone la condizione non evangelica. A parte l’Eucaristia - che resta il vertice della vita cristiana – tutto il resto del patrimonio della Chiesa è a loro disposizione perché si sentano amati e spronati a mettersi in cammino: catechesi, Parola di Dio, gruppi di condivisione, preghiera. Se il congresso ha mostrato in ogni sfaccettatura la complessità e la ricchezza dei valori consegnati alla famiglia, il momento di festa e di testimonianza ne ha mostrato la bellezza e le tante famiglie, con le loro storie, sono state una finestra spalancata sul mondo.
La festa dei figli. Alcune centinaia di operatori dei media accreditati. L’area stampa è una fiera di paese, con il meglio della tecnologia. A passar lì per caso c’è la possibilità che qualcuno ti fermi e ti proponga un’intervista. Televisioni, radio e giornali, per non dire dei siti web, hanno pagine e pagine sul congresso, sulle famiglie riunite nel grande centro espositivo Banco Mer. Anche il numeroso gruppo dei cardinali e dei vescovi è una novità. E poi gruppi di famiglie da ogni parte dei cinque continenti. Vestiti, lingue, fogge, bandiere. Anche l’Expo dedicato alle famiglie ha numerosi stand con materiale informativo sulle centinaia di associazioni, iniziative, esperienze, movimenti, che si occupano di famiglie. Un ampio spazio è destinato ai giochi dei bimbi, lì la festa è continua e coinvolgente.
O famiglia o caos. Si diceva dei mezzi di comunicazione. Spesso scantonano, quando insistono su questioni comunque marginali, come omosessualità e contraccezione e come la Chiesa si pone a confronto. La sensazione è che si offre la patologia come norma, mentre i rimedi all’allarme sulla crescita della delinquenza giovanile, vengono cercati nell’aumento del personale di polizia e delle residenze carcerarie. Studiosi a loro volta, genitori, al contrario, vedono e mostrano come la vera causa sia lo smantellamento della famiglia, il solo luogo naturale dove si educa ai valori e alle regole, dove si impara il codice morale del bene comune. Nessuno sconto nel giudizio: senza la famiglia si va verso il caos e il vandalismo universale e la bancarotta morale si traduce anche in bancarotta economica.
Una voce armoniosa. La chiusura del congresso è tutta un crescendo, nonostante le lunghe ore in sala e la temperatura molto rigida. Ma il cuore delle famiglie – e in Messico non può che confermarsi tale – è un fuoco inestinguibile e la sala dei diecimila vibra ad ogni appello, aderisce ad ogni proposta, si accende attorno a parole e nomi che ben riconosce come propri: la Chiesa, il Papa, la Vergine di Guadalupe. C’è un grazie per ognuno perché ognuno è stato protagonista, sul palco o in assemblea, in chiesa o in cabina di traduzione, a mensa o nei servizi più umili. Un simbolo, fra tanti, è il dono del Pontificio Consiglio della famiglia al cardinale Norberto Rivera, arcivescovo primate del Messico: una campana dedicata alla Sacra Famiglia, opera e dono della Pontificia Fonderia Marinelli di Agnone. Simbolica anche per la fattura, ancora come mille anni fa, ad opera della più antica famiglia artigiana italiana: la fusione di bronzo, fuoco e arte. Il cardinale Norberto e due ragazzi la suonano e i rintocchi si diffondono nella grande sala: la voce delle famiglie convocate a Città del Messico è cristallina, calda, armoniosa e persistente. Una buona e bella notizia che si diffonde.