All'Ambasciatore del Brasile presso la Santa Sede (9 febbraio 2009) - il testo integrale del discorso del Papa
lunedì 9 febbraio 2009
Il Papa all'ambasciatore del Brasile: il bene della persona e il bene della nazione, punto di convergenza tra Chiesa e Stato
“Sincero affetto e ampia stima per la nobile nazione” brasiliana il Papa ha espresso oggi ricevendo le Lettere credenziali del nuovo ambasciatore del Brasile, Luiz Felipe de Seixas Correa (nella foto con Benedetto XVI), al quale ha raccomandato l’impegno del suo Paese per la pace mondiale e la difesa dei principi fondamentali, specie della sacralità della vita umana. Sposato con quattro figli, laureato in Diritto, de Siexas Correa è stato ambasciatore in Messico, Spagna, Argentina, Germania, oltre che rappresentante a Ginevra, e presso diverse istituzioni dell'ONU. “Obiettivo, e della Chiesa, nella sua missione di natura religiosa e spirituale, e dello Stato, sebbene distinti, è quello di confluire in un punto di convergenza: il bene della persona umana e il bene comune della Nazione”, lo ha ribadito Benedetto XVI, citando pure il recente accordo che definisce lo statuto giuridico civile della Chiesa cattolica brasiliana, segno di “sincera collaborazione” con il Governo. Il Papa ha ricordato che “il Brasile è un Paese che conserva nella sua grande maggioranza una fede cristiana, che attiene alle origini del suo popolo evangelizzato da oltre 5 secoli”. Il Papa ha lodato la convergenza di principi tra la Sede apostolica e il Governo brasiliano riguardo “le minacce alla Pace mondiale”, quando questa manchi di “una visione rispettosa del prossimo nella sua dignità umana”. Benedetto XVI ha citato il recente conflitto in Medio Oriente, che “prova la necessità di sostenere - ha detto - tutte le iniziative rivolte a risolvere pacificamente le divergenze”. Da qui l’auspicio che il Governo brasiliano “prosegua in questa direzione”. Per altro verso il Papa ha detto di sperare che “in conformità con i principi che tutelano la dignità umana, dei quali il Brasile è sempre stato paladino, si continui a promuovere e divulgare quei valori umani fondamentali”, riconoscendo “in modo esplicito la sacralità della vita familiare e la salvaguardia del nascituro dal concepimento al suo termine naturale”. Riguardo ancora le sperimentazioni biologiche, Benedetto XVI ha raccomandato “la difesa di un’etica che non deturpi e protegga l’esistenza dell’embrione e il suo diritto a nascere”. Si è complimentato poi il Papa per il ritorno in Brasile di “un clima di accentuata prosperità, fattore di stimolo per lo sviluppo di aree limitrofe e per vari Paesi africani” e per l’impegno di solidarietà del Governo nel lottare contro la povertà e l’arretratezza tecnologica. Benedetto XVI ha infine messo in guardia dai “rischi del consumismo e dell’edonismo associati alla mancanza di solidi principi morali”, che rendono vulnerabili la struttura della società e della famiglia brasiliana. Da qui l’urgenza di “una solida formazione morale a tutti i livelli incluso l’ambito politico”, di fronte alle minacce generate dalle dominanti ideologie materialiste, e la tentazione della corruzione nella gestione del denaro pubblico e privato.