giovedì 19 marzo 2009

Domani Benedetto XVI in Angola. I piccoli segni di una rinascita da mostrare al Papa

C’è grande attesa in Angola per il viaggio di Benedetto XVI, che domani arriverà nella capitale Luanda. Ad accogliere il Santo Padre saranno il presidente della Repubblica, José Eduardo Dos Santos, e l’arcivescovo della città, mons. Damião António Franklin, presidente della Conferenza Episcopale dell’Angola. Vessilli bianchi e gialli con l’immagine del Papa accolgono i pellegrini che stanno raggiungendo in questi giorni da tutto il Paese la capitale per abbracciare Benedetto XVI. E’ uno scenario ricco di colori che contrasta con quanto invece accade in città. Un vero e proprio cantiere a cielo aperto, strade non ancora asfaltate e polverose ai bordi delle quali si vive di stenti. Ovunque il traffico è paralizzato e impedisce anche brevi spostamenti. Anni di guerra hanno segnato questo popolo generoso e tanto entusiasta di incontrare il suo Pastore, e i frutti di un cammino di ripresa iniziato da poco, ancora non sono visibili. Serpeggia comunque una grande voglia di riscatto che gli angolani vogliono manifestare al Papa e assicurare che il circuito virtuoso è comunque iniziato e la sua presenza sarà un ulteriore motivo di speranza. Dal 1975 al 2002 la cruenta guerra civile costò alla giovane nazione almeno cinquecentomila morti senza contare la tragedia dei mutilati, degli orfani, le vedove, i profughi e gli sfollati. Il lungo periodo bellico non ha comunque frenato l’attività della Chiesa locale, tanto che oggi si contano oltre otto milioni e mezzo, il 55 per cento della popolazione, distribuiti in 18 circoscrizioni ecclesiastiche. Giornali e televisioni hanno cominciato a raccontare l’evento da giorni: il quotidiano più importante del Paese, Jornal de Angola, dedicava fin da ieri la prima pagina al Santo Padre con la cronaca dell’arrivo in Camerun. Lo stesso fanno i tg che propongono continuamente le testimonianze dei pellegrini. Nel frattempo la macchina procede a ritmi serrati. Hanno raggiunto la capitale i delegati diocesani che prenderanno parte agli eventi più importanti e vivranno in prima persona questa straordinaria esperienza. Benguela, Caxito, Saurimo e Lunda-Norte, sono già da ieri a Luanda. “L’obiettivo” secondo Manuel Modesto del Segretariato nazionale della pastorale giovanile “è quello di promuovere un messaggio chiaro, quello che dell’importanza del Papa nella Chiesa, inteso come leader di tutti i cattolici ed elemento cardine dell’unità dei cristiani”. La seconda città dell’Angola, Huambo, attraverso il suo governatore provinciale Albino Malungo, ha espresso preventivamente tutto il suo entusiasmo per l’arrivo del Pontefice. Nel messaggio di benvenuto si legge che “La visita del Papa andrà a purificare il Paese”. Con Malungo anche i rappresentanti istituzionali più alti si rincorrono nel commentare positivamente il viaggio del Papa. Ieri il capo dell’opposizione in parlamento, Alda Sachiambo, ha dichiarato che la visita di Benedetto XVI “è estremamente importante per gli angolani. Dopo una lunga guerra, oggi viviamo in un clima di riconciliazione, di pace e di ricostruzione. Si tratta di un processo storico” ha aggiunto la Sachiambo “che deve ispirarsi ai principi morali e in questo la Chiesa è chiamata a svolgere un ruolo importante. Aggiungo che l’angolano è credente e la presenza del Santo Padre va a sottolineare questo autentico sentimento religioso del nostro popolo”. Si moltiplicano intanto le iniziative per la raccolta dei fondi per non lasciare nulla al caso e presentare un Paese capace di organizzare anche grandi appuntamenti. La seconda cena di gala al Cine Tropical di Luanda, promossa dal Comitato presieduto da Don Filomeno Vieira Dias ha portato nelle casse dell’organizzazione ben 150 mila dollari. Serviranno a potenziare e a migliorare il servizio accoglienza. Ieri sera è stata la volta del concerto che ha visto la partecipazione di alcuni dei più noti musicisti del Paese. L’Angola allora è anche questa e tutto induce pensare, a giudicare dai presupposti della vigilia, che la presenza del Papa aiuterà a sottolineare proprio tali sentimenti di fede e di speranza di un popolo ancora troppo sofferente.