mercoledì 4 marzo 2009

'LOsservatore Romano': Benedetto XVI il Papa giusto per questo tempo di crisi

“Aspettando l’enciclica sociale” come titola oggi L’Osservatore Romano, la crisi economica è “una prova del nove anche per misurare lo spessore del magistero di Benedetto XVI” che “si va dispiegando sempre meglio facendo apparire frettolose, quando non fatue, le letture schematiche”. Il Papa - scrive in un editoriale il vicedirettore, Carlo Di Cicco - è “un Papa giusto per un tempo di crisi perché sa confortare e indica un ragionevole percorso per uscirne fuori insieme anziché ciascuno per sé”. Benedetto XVI “ha un pensiero per uscire dalla crisi. Non nel senso di ricette economiche specifiche” ma “perché da questa crisi non si esce senza una speranza che sia più credibile di quella che viene solo dai mercati e dalle teorie economiche. Per farcela occorre ricuperare ragioni per vivere. La depressione economica si supera se si vince la depressione ideale e l’appassirsi della speranza. È a questo crocevia tra il cuore e la capacità programmatica delle risorse che si pone la parola di Papa Ratzinger”. Osserva il quotidiano vaticano: “C’è attesa per l’annunciata enciclica sociale di Benedetto XVI. (…) Il messaggio per la Giornata mondiale della gioventù è un esempio concreto di quale spirito potrebbe animare la prossima enciclica. (…) L’intento del Papa è quello di trovare un modo convincente per incoraggiare l’attuale generazione a fidarsi di Dio. E a tenerlo presente in ogni scelta di vita personale e collettiva”. Benedetto XVI - conclude Di Cicco - è “un Papa giusto per un tempo di crisi perché sa confortare e indica un ragionevole percorso per uscirne fuori insieme anziché ciascuno per sé. Prima ancora che si delineassero i disastri bancari che hanno scoperchiato la voragine economica rischiosa per tutti, il Papa ha posto due grandi questioni: quella dell’amore e subito dopo quella della speranza. Infine, l’affidare a un messaggio destinato ai giovani, la riflessione su così grandi questioni di comune interesse, rimane un segnale di metodo per quanti sono coinvolti nel compito di educare”.