In un momento di grandi difficoltà e interrogativi, derivanti in particolare dalla crisi economica che sta colpendo numerosi Stati, è un messaggio di speranza quello che il Papa rivolge ai giovani di tutto il mondo in occasione della XXIV Giornata Mondiale della Gioventù che si celebrerà, a livello diocesano, il 5 aprile, Domenica delle Palme e della Passione del Signore, sul tema "Abbiamo posto la nostra speranza nel Dio vivente" (1 Tm 4, 10) . "La giovinezza è tempo di speranze - dice Benedetto XVI - perché guarda al futuro con varie aspettative. Quando si è giovani si nutrono ideali, sogni e progetti; la giovinezza è il tempo in cui maturano scelte decisive per il resto della vita. E forse - prosegue il Papa - anche per questo è la stagione dell'esistenza in cui affiorano con forza le domande di fondo: perché sono sulla terra? che senso ha vivere? che sarà della mia vita? E inoltre: come raggiungere la felicità? perché la sofferenza, la malattia e la morte? che cosa c'è oltre la morte?". "Interrogativi - prosegue il Papa - che diventano pressanti quando ci si deve misurare con ostacoli che a volte sembrano insormontabili: difficoltà negli studi, mancanza di lavoro, incomprensioni in famiglia, crisi nelle relazioni di amicizia o nella costruzione di un'intesa di coppia, malattie o disabilità, carenza di adeguate risorse come conseguenza dell'attuale e diffusa crisi economica e sociale. Ci si domanda allora: dove attingere e come tener viva nel cuore la fiamma della speranza?". La ricetta che offre il Papa è la speranza, una speranza che viene da Dio. "La questione della speranza è, in verità - afferma - al centro della nostra vita di esseri umani e della nostra missione di cristiani, soprattutto nell'epoca contemporanea. Avvertiamo tutti il bisogno di speranza, ma non di una speranza qualsiasi, bensì di una speranza salda ed affidabile". Ma "le qualità personali e i beni materiali non bastano ad assicurare quella speranza di cui l'animo umano è in costante ricerca. La politica, la scienza, la tecnica, l'economia e ogni altra risorsa materiale da sole - osserva - non sono sufficienti per offrire la grande speranza a cui tutti aspiriamo. Questa speranza può essere solo Dio". "Ecco perchè - avverte il Papa - una delle conseguenze principali dell'oblio di Dio è l'evidente smarrimento che segna le nostre società, con risvolti di solitudine e violenza, di insoddisfazione e perdita di fiducia che non raramente sfociano nella disperazione". La crisi di speranza "colpisce più facilmente le nuove generazioni", prosegue il Papa, "che in contesti socioculturali privi di certezze, di valori e di solidi punti di riferimento, si trovano ad affrontare difficoltà che appaiono superiori alle loro forze". Benedetto XVI pensa in particolare ai tanti giovani "feriti dalla vita, condizionati da una immaturità personale che è spesso conseguenza di un vuoto familiare, di scelte educative permissive e libertarie e di esperienze negative e traumatiche". "Per alcuni - e purtroppo non sono pochi - lo sbocco quasi obbligato - dice Papa Ratzinger - è una fuga alienante verso comportamenti a rischio e violenti, verso la dipendenza da droghe e alcool, e verso tante altre forme di disagio giovanile. Eppure, anche in chi viene a trovarsi in condizioni penose per aver seguito i consigli di 'cattivi maestri', non si spegne il desiderio di amore vero e di autentica felicità. Ma come annunciare la speranza a questi giovani? Noi sappiamo che solo in Dio l'essere umano trova la sua vera realizzazione". Il Papa invita dunque i giovani a "una nuova evangelizzazione, che aiuti le nuove generazioni a riscoprire il volto autentico di Dio, che è Amore". "Fate spazio alla preghiera nella vostra vita - è l'esortazione del Pontefice - pregare da soli è bene, ancor più bello e proficuo è pregare insieme". "Esistono esperienze, gruppi e movimenti, incontri e itinerari per imparare a pregare e crescere così nell'esperienza della fede. Prendete parte alla liturgia nelle vostre parrocchie - ribadisce - e nutritevi abbondantemente della Parola di Dio e dell'attiva partecipazione ai sacramenti". "Se vi nutrite di Cristo, cari giovani, non potrete non parlare di Lui e non farlo conoscere ed amare da tanti altri vostri amici e coetanei. Diventate suoi fedeli discepoli - conclude il Papa - sarete così in grado di contribuire a formare comunità cristiane impregnate di amore. La Chiesa conta su di voi per questa impegnativa missione: non vi scoraggino le difficoltà e le prove che incontrate. Siate pazienti e perseveranti, vincendo la naturale tendenza dei giovani alla fretta, a volere tutto e subito". Il denaro, la carriera e il successo sono "false chimere". Per questo "non cedete alla logica dell'interesse egoistico, ma coltivate l'amore per il prossimo e sforzatevi di porre voi stessi e le vostre capacità umane e professionali al servizio del bene comune e della verità". Rivolgendosi ai giovani, il Papa è chiaro: "Fate scelte che manifestino la vostra fede - dice - mostrate di aver compreso le insidie dell'idolatria del denaro, dei beni materiali, della carriera e del successo, e non lasciatevi attrarre da queste false chimere. Non cedete alla logica dell'interesse egoistico - chiosa Benedetto XVI - ma coltivate l'amore per il prossimo e sforzatevi di porre voi stessi e le vostre capacità umane e professionali al servizio del bene comune e della verità". "Il cristiano autentico - ricorda il Pontefice - non è mai triste, anche se si trova a dover affrontare prove di vario genere, perché la presenza di Gesù è il segreto della sua gioia e della sua pace".