“Nella fede in Gesù Cristo e nel suo amore per gli uomini, anche mondi così diversi possono diventare una cosa sola, creando in tal modo ponti di pace e di solidarietà fra i popoli”. Lo ha detto il Papa, ricevendo questa mattina in udienza il Corpo della Guardia svizzera pontificia, guidati dal loro comandante, Daniel Anrig. “In questa città di Roma, nella quale si trova il centro della Chiesa universale, incontriamo cristiani di tutto l’orbe terrestre”, ha detto il Papa nella parte del discorso pronunciata in italiano. “La Chiesa cattolica è internazionale. Ma nella sua molteplicità essa è tuttavia un’unica Chiesa, che s’esprime nella stessa confessione di fede ed è unita anche molto concretamente nel suo legame a Pietro e al suo Successore, il Papa”. La Chiesa, ha proseguito Benedetto XVI, “raduna uomini e donne di culture molto diverse; tutti formano una comunità in cui si vive e si crede insieme e, nelle cose essenziali della vita, ci si comprende a vicenda. È questa un’esperienza molto importante, che qui la Chiesa vuol donare a voi, affinché voi la facciate vostra e la comunichiate ad altri”. Nella parte del discorso pronunciata in francese, il Papa si è invece soffermato sul rapporto tra le Guardie Svizzere – 32 le nuove reclute che hanno giurato ieri – e la “casa del Papa”, il palazzo apostolico vaticano. “Voi dovete vegliare su questa casa – ha raccomandato Benedetto XVI – non soltanto sull’edificio e sui suoi appartamenti prestigiosi, ma ancora di più sulle persone che incrociate e alle quali farete del bene attraverso la vostra amabilità e la vostra attenzione”. Una raccomandazione, questa, che “vale in primo luogo per lo stesso Papa, per le persone che abitano con lui e per i suoi collaboratori nel Palazzo, così come per i suoi ospiti”, ma riguarda allo stesso modo “la vita in comune con i vostri commilitoni, coloro che condividono il vostro servizio e hanno lo stesso scopo, quello di servire il Sovrano Pontefice ‘fedelmente, lealmente e con buona fede’ e di donare, se necessario, la loro vita per lui”. Quanto a Roma, “la città eterna, che si distingue per la sua ricca storia e per la sua cultura”, il Papa l’ha definita una città in cui “la fede stessa e la preghiera di numerosi secoli sono divenute pietre e forme. Questo ambiente – ha aggiunto il Pontefice – ci accoglie e ci ispira a prendere come modelli gli innumerevoli santi che hanno vissuto qui e grazie a i quali possiamo progredire nella nostra vita di fede”.