giovedì 7 maggio 2009

Il Papa in Terra Santa. Giovanni Maria Vian: un pellegrinaggio alle radici della fede per tornare sui cammini di Dio

Benedetto XVI in Terra Santa “alle radici della fede per tornare sui cammini di Dio”. Così il direttore de L'Osservatore Romano, Giovanni Maria Vian, definisce il pellegrinaggio del Papa che inizia domani. Secondo Vian non si tratta “di un dio qualunque, ma di Colui che, manifestatosi in molti modi ad Abramo, ai patriarchi, a Mosè e ai profeti, si è fatto uomo in Gesù di Nazaret, il Messia morto e risorto. Il viaggio è dunque, innanzi tutto, un pellegrinaggio”. Un percorso, quello di Benedetto XVI, “simile a quello di milioni di persone che, spesso affrontando fatiche e difficoltà, lo hanno intrapreso nel corso dei millenni. Per salire a Gerusalemme, la città santa, recitando i salmi detti delle ascensioni, secondo l’uso - che rimonta ad almeno venticinque secoli fa - del popolo dell’alleanza, rimasto fedele nonostante dispersioni e persecuzioni. Un itinerario ripetuto da Giuseppe, da Maria e da Gesù - prosegue il direttore del quotidiano d’oltretevere -. Poi dagli apostoli e dai seguaci del rabbi crocifisso. Da donne appassionate - come Elena, madre dell’imperatore Costantino, e sessant’anni dopo, intorno all’anno 385, la pellegrina spagnola Egeria - e da uomini di ogni tempo. Dal vescovo Melitone di Sardi, che vi si recò verso il 170 per vedere i luoghi delle Scritture, a Girolamo, che vi ricercò la ‘verità ebraica’ della Bibbia, fino al ritorno dei successori di Pietro”. Vian ricorda poi i predecessori di Papa Ratzinger che si sono recati negli stessi luoghi. “Se Pio X nel 1904 salutava tra le lacrime i pellegrini italiani in partenza per la Terra Santa, che sapeva di non potere visitare, fu Paolo VI nel 1964, con un sorprendente ed essenziale itinerario, a iniziare i suoi viaggi sui passi di Cristo, mentre Giovanni Paolo II segnò lo straordinario giubileo bimillenario con un pellegrinaggio che è vivo nella memoria del mondo. Ora, Benedetto XVI torna in Giordania, Israele e Territori palestinesi per celebrare la fede e per confermare l’amicizia della Chiesa di Roma nei confronti di tutti: dai credenti musulmani - con i quali è possibile un cammino comune - al popolo ebraico, fino ai cristiani di ogni confessione. In un viaggio - conclude il direttore de L'Osservatore Romano - il cui intento politico è soltanto quello di contribuire a una pace che deve tradursi in giustizia e sicurezza per tutti i popoli di una terra davvero santa”.