Il Parlamento europeo ha bocciato con 253 voti, 199 a sostegno e 61 astensioni la mozione di condanna del Papa sulle frasi pronunciate da Benedetto XVI durante il suo recente viaggio in Camerun e Angola sull'utilizzo dei preservativi nella prevenzione dell'Aids. L’emendamento, firmato dal radicale italiano Marco Cappato e dalla liberale olandese Sophia in’t Veld, era inserito nel rapporto annuale dell’Assemblea sui diritti umani nel mondo per il 2008. La diffusione dell'Aids in Africa "non si può superare con la distribuzione dei preservativi che, anzi aumentano i problemi", aveva detto il Pontefice. Subito prima del voto, il cristiano democratico tedesco Hartmut Nassauer è intervenuto con una mozione d'ordine durissima, chiedendo al presidente della seduta Gérard Onesta (Verdi) di non procedere al voto dell'emendamento in base a due motivazioni: innanzitutto, perché le dichiarazioni del Papa sono del 17 marzo 2009, mentre il rapporto dell'Europarlamento si riferisce al 2008; in secondo luogo perché, ha osservato, le si comparano "a delle violazioni dei diritti umani gravissime nel mondo, come le esecuzioni di condanne capitali in Cina o la tortura".Si tratta, ha sottolineato, di "un'accusa cinica, incredibile e discriminatoria contro il Papa".
Anche in Spagna il Congresso dei deputati ha deciso di sottoporre a dibattito una proposta di riprovazione sulle frasi del Papa. Una scelta "incomprensibile" che "ha ferito tutti i cattolici spagnoli e soprattutto noi come pastori della Chiesa", ha detto il card. Antonio Maria Rouco Varela, arcivescovo di Madrid e presidente della Conferenza Episcopale spagnola. "Non si può impedire al Papa di parlare agli spagnoli e il diritto di libertà di espressione è strettamente legato alla libertà religiosa", ha affermato il cardinale. "La speranza è che, in sede di dibattito, la maggioranza dei parlamentari abbia rispetto dei diritti del Santo Padre e dei cattolici". I due principali partiti spagnoli, il Psoe del premier José Luis Zapatero e il Partido Popular (opposizione), hanno fatto sapere che non voteranno a favore della mozione di censura al Papa.