domenica 10 maggio 2009

Messa e Regina Caeli ad Amman. Il Papa: abbiate il il coraggio di testimoniare Cristo e costruire nuovi ponti. La Chiesa deve molto alle donne

Una folla di circa 50 mila fedeli ha accolto, con cori e canti dalla melodia araba, l'arrivo di Benedetto XVI allo stadio di Amman, in Giordania, per la celebrazione della Santa Messa. Benedetto XVI ha fatto un giro in 'papamobile' sulle piste dello stadio per salutare i fedeli. "Benedetto, benvenuto", hanno cantato i fedeli in italiano. Alla celebrazione ha rappresentato il regno il principe Ghazi Bin Talal, membro della famiglia hashemita regnante impegnato nel dialogo interreligioso, che ieri aveva accolto Benedetto XVI nella moschea al-Hussein Bin Talal. Il rito è stato celebrato in arabo e latino. All'inizio della celebrazione, il Papa ha augurato la pace in arabo: "Assala'mu La'kum" (la pace sia con voi), ha detto Papa Ratzinger. Come un semplice parroco, il Papa ha distribuito la Prima Comunione ad alcuni bimbi e bimbe, tra cui anche dei piccoli iracheni, che indossavano la tonaca bianca, mentre le piccole avevano una coroncina bianca tra i capelli. Il Papa ha voluto compiere questo gesto nell'anno che la Chiesa di Terra Santa ha dedicato alla famiglia. Tra le preghiere quella per "la pace in Medio Oriente: Palestina, Iraq e Libano". I fedeli hanno pregato anche per il sovrano, il Governo e il Regno hashemita.
La "dignità" e la "missione" delle donne "non sono state sempre sufficientemente comprese e stimate". Nel corso dell'omelia, Benedetto XVI ha sottolineato il ruolo di "suore, maestre ed infermiere" nel costruire la pace in Medio Oriente. "Quanto la Chiesa in queste terre deve alla testimonianza di fede e di amore di innumerevoli madri cristiane, Suore, maestre ed infermiere, di tutte quelle donne che in diverse maniere hanno dedicato la loro vita a costruire la pace e a promuovere l'amore", ha detto il Papa.
"Fin dalle prime pagine della Bibbia, vediamo come uomo e donna creati ad immagine di Dio, sono chiamati a completarsi l'un l'altro come amministratori dei doni di Dio e suoi collaboratori nel comunicare il dono della vita, sia fisica che spirituale, al nostro mondo. Sfortunatamente - ha rilevato - questa dignità e missione donate da Dio alle donne non sono state sempre sufficientemente comprese e stimate. La Chiesa, e la società nel suo insieme, sono arrivate a rendersi conto quanto urgentemente abbiamo bisogno di ciò che il mio predecessore Papa Giovanni Paolo II chiamava "il carisma profetico" delle donne come portatrici di amore, maestre di misericordia e costruttrici di pace, comunicatrici di calore ed umanità ad un mondo che troppo spesso giudica il valore della persona con freddi criteri di sfruttamento e profitto. Con la sua pubblica testimonianza di rispetto per le donne e con la sua difesa dell'innata dignità di ogni persona umana - ha aggiunto Papa Ratzinger - la Chiesa in Terra Santa può dare un importante contributo allo sviluppo di una cultura di vera umanità e alla costruzione della civiltà dell'amore". In Medio Oriente, ha auspicato Papa Ratzinger, ''possa ogni famiglia cristiana crescere nella fedeltà a questa sua nobile vocazione di essere una vera scuola di preghiera, dove i fanciulli imparano il sincero amore di Dio, dove maturano nell'autodisciplina e nell'attenzione ai bisogni degli altri, e dove, modellati dalla sapienza che proviene dalla fede, contribuiscono a costruire una società sempre più giusta e fraterna''. ''Le forti famiglie cristiane di queste terre - ha concluso - sono una grande eredità tramandata dalle precedenti generazioni: possano le famiglie di oggi essere fedeli a questa grande eredita' e non venga mai a mancare il sostegno materiale e morale di cui hanno bisogno per attuare il loro insostituibile ruolo a servizio della società''. I cristiani del Medio Oriente devono "dare testimonianza all'amore che ci ispira a 'sacrificare' la nostra vita nel servizio agli altri e così a contrastare modi di pensare che giustificano lo 'stroncare' vite innocenti". "Che il coraggio di Cristo nostro pastore vi ispiri e vi sostenga quotidianamente nei vostri sforzi di dare testimonianza della fede cristiana e di mantenere la presenza della Chiesa nel cambiamento del tessuto sociale di queste antiche terre", ha detto Benedetto XVI.
''La fedeltà alle vostre radici cristiane, la fedeltà alla missione della Chiesa in Terra Santa, vi chiedono un particolare tipo di coraggio: il coraggio della convinzione nata da una fede personale, non semplicemente da una convenzione sociale o da una tradizione familiare; il coraggio di impegnarvi nel dialogo e di lavorare fianco a fianco con gli altri cristiani nel servizio del Vangelo e nella solidarietà con il povero, lo sfollato e le vittime di profonde tragedie umane; il coraggio di costruire nuovi ponti per rendere possibile un fecondo incontro di persone di diverse religioni e culture e così arricchire il tessuto della società. Ciò - ha concluso - significa anche dare testimonianza all'amore che ci ispira a "sacrificare" la nostra vita nel servizio agli altri e così a contrastare modi di pensare che giustificano lo 'stroncare' vite innocenti". "La comunità cattolica di qui è profondamente toccata dalle difficoltà e incertezze che riguardano tutti gli abitanti del Medio Oriente; non dimenticate mai la grande dignità che deriva dalla vostra eredità cristiana, e non venite mai meno al senso di amorevole solidarietà verso tutti i vostri fratelli e sorelle della Chiesa in tutto il mondo!", ha detto Papa Ratzinger.
A conclusione della Messa, prima della recita del Regina Caeli, il Papa è tornato a lodare il "carisma profetico delle donne, come portatrici di amore, maestre di misericordia e costruttrici di pace". Benedetto XVI ha invocato l'intercessione della Madonna "su tutti i Cristiani di queste terre; con l'aiuto delle sue preghiere possano essere veramente una cosa sola nella fede che professano e nella testimonianza che offrono".
Il Papa ha incontrato un gruppo di rifugiati iracheni in Giordania: lo ha reso noto il direttore della sala stampa vaticana, padre Federico Lombardi. "Un gruppo di rifugiati iracheni ha salutato il Papa ed ha ricevuto il suo saluto", ha detto Lombardi. In Giordania, ha ricordato il gesuita, ci sono circa 40 mila rifugiati iracheni. Tenuti con difficoltà a freno dai gendarmi vaticani, i fedeli giordani hanno circondato con calorosa insistenza Benedetto XVI, a conclusione della Messa. Il Papa si è poi recato al Vicariato Latino di Amman per il pranzo ufficiale con i vescovi di tutta la regione.

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