Il portavoce vaticano padre Federico Lombardi ha ricordato che Joseph Ratzinger non ha mai fatto parte della gioventù hitleriana. "Il Papa - ha detto padre Lombardi durante una conferenza stampa - non è mai stato nella Hitler jugend, che era un corpo di volontari fanatici, mai ne ha fatto parte, mai". Circa i temi affrontati nei tre discorsi di ieri rivolti a israeliani e mondo ebraico in aeroporto, nel palazzo presidenziale e al memoriale dell'Olocausto, il portavoce ha ricordato che all'aeroporto Papa Ratzinger ha fatto una precisa condanna dell'antisemitismo, e che a Yad Vashem ha affrontato il tema del ricordo delle vittime, del senso del "nome" per l'identità di una persona, un modo per lui "di identificarsi profondamente e spiritualmente con il luogo che visitava". Lombardi ha dunque ricordato che il Papa era un seminarista che a 16 anni fu arruolato di forza nel corpo degli ausiliari per la difesa aerea, come accadde allora a tutti i giovani tedeschi. "Si trattava - ha sottolineato - di una forza ausiliaria dell'esercito, non aveva niente a che fare con i nazisti e l'ideologia nazista". I tre discorsi di ieri diretti dal Papa allo stato di Israele e al mondo ebraico, ha spiegato Lombardi, "hanno toccato differenti argomenti e non ripetevano gli stessi concetti: all'aeroporto ha nominato con molta chiarezza i sei milioni di ebrei uccisi nella Shoah e ha fortemente condannato l'antisemitismo; con il presidente Peres ha sviluppato l'importante concetto del legame tra sicurezza e fiducia e si è interrogato su come costruire questa sicurezza; a Yad Vashem il discorso era impostato sulla memoria, non dimenticare il nome vuol dire non dimenticare la persona, e questo è un punto centrale per il mondo ebraico, la meditazione del Papa era centrata su questo punto, con in più una affermazione sull'impegno che è di oggi della Chiesa Cattolica contro crimini contro umanità". Non è detto, ha rimarcato il portavoce, che in ogni occasione si debbano ripetere gli stessi concetti, e il Papa "ha già parlato molte volte del suo essere tedesco, anche in rapporto al nazismo". A una domanda se il Papa si senta "offeso" dall' atteggiamento dei media nei confronti dei suoi discorsi, padre Lombardi ha osservato che Benedetto XVI "non è uno che reagisca in modo superficiale o immediato, è molto paziente e pronto ad ascoltare gli altri, ognuno può fare il suo discorso, certo sente che non è stato capito, io - ha aggiunto il portavoce - sento lo stesso, ma sappiamo cosa è il mondo e quali sono gli atteggiamenti, non si è sempre pronti a capire bene, a volte ci sono pregiudizi, e non tutti sono pronti a un atteggiamento di ascolto: a volte abbiamo l'impressione che non tutti" siano preparati sui temi di cui parlano.
Papa Benedetto XVI allo Yad Vashem, il Memoriale dell'Olocausto a Gerusalemme ha tenuto un discorso ''di profondissima sensibilità ed emozione, però espresso con toni sempre misurati e moderati come il Papa fa. Questo è il suo stile che però, chi lo conosce, apprezza moltissimo''. Padre Federico Lombardi ne ha parlato ai microfoni della Radio Vaticana, ricordando che si è trattato di ''un discorso detto con la consueta finezza e delicatezza del Papa che non usa toni reboanti o teatrali ma che toccava un tema profondissimo che è quello della memoria e del nome''. Sul momento di ieri al Memoriale, il direttore della Sala Stampa ha detto che ''il Papa l'ha vissuto in un modo estremamente compreso, estremamente profondo, - ha sottolineato - con la più chiara e viva intenzione di dimostrare la sua partecipazione alla grande tragedia passata di questo popolo, ed anche alla sua sensibilità di ricordare quello che è avvenuto, per evitare che si possa ripetere qualche cosa di simile in futuro, evitarlo assolutamente in ogni modo''.