sabato 27 giugno 2009

Benedetto XVI 'blinda' la Curia: ai loro posti per i prossimi due anni i responsabili delle Congregazioni più importanti

Benedetto XVI ha deciso di “blindare” i vertici della Curia romana: dopo tante voci su possibili cambiamenti nella squadra che guida la Chiesa, a cominciare dall’ipotesi di un pensionamento, a dicembre, del Segretario di Stato, il card. Tarcisio Bertone, il Pontefice si sarebbe convinto a mantenere per almeno due anni l’organigramma attuale, salvo qualche cambiamento di livello minore. Il “braccio destro” del Pontefice resterà certamente alla guida della Segreteria di Stato. Così come il Prefetto per la Congregazione della Fede, l’americano Levada. E’ di questi giorni la notizia, non ancora ufficiale, che vuole ancora per due anni il card. Giovanni Battista Re, “scaduto” nel gennaio scorso, alla guida dell’importantissima Congregazione per i Vescovi. E di una “prorogatio” analoga godrà il brasiliano Claudio Hummes, titolare del Ministero che si occupa delle centinaia di migliaia di preti del mondo, la Congregazione per il Clero (compirà 75 anni ad agosto); e del suo collega Franc Rodè, Prefetto per i Religiosi. E, soprattutto, rifiuta decisamente di essere sostituito il “Papa rosso”, il Prefetto della Congregazione di “Propaganda Fide”, l’indiano Ivan Dias. La Congregazione per l’Evangelizzazione dei Popoli, detta di “Propaganda Fide”, è un vero stato nello stato in Vaticano; ha un budget autonomo da quello della Santa Sede, presenta al Papa le candidature per i vescovi in larga parte del mondo. Della sostituzione del card. Dias si parla da tempo, a causa dei problemi di salute che lo affliggono. Si era fatto il nome dell’arcivescovo di Sidney, il card. George Pell, vicino al Papa. E ultimamente era nata la candidatura dell’attuale Sostituto alla Segreteria di Stato, l’arcivescovo Ferdinando Filoni. Dovrebbero andare in pensione a breve invece il card. Castrillon Hoyos, perché la Commissione “Ecclesia Dei”, che si occupava del dialogo con i lefebvriani sarà assorbita dalla Congregazione per Dottrina della Fede; e il card. Renato Raffaele Martino, responsabile del Pontificio Consiglio Giustizia e Pace, subito dopo la presentazione, agli inizi di luglio, dell’Enciclica sociale “Caritas in veritate”. Invece la partenza dell’attuale Segretario dello Stato della Città del Vaticano, Roberto Boccardo, per Parigi, come nunzio (ma ci sono resistenze e mugugni fra i diplomatici…) o per una diocesi italiana di livello provocherà qualche spostamento discreto, ma importantissimo in Curia. Al suo posto andrebbe Carlo Maria Viganò, Delegato per le Rappresentanze Pontificie. E il Sostituto alla Segreteria di Stato, l’arcivescovo Ferdinando Filoni, il cui potere in Curia sta crescendo rapidamente, ha pronto il ricambio. Una candidatura annunciata in maniera singolare nell’Annuario Pontificio, dove sulla pagina principale della Segreteria di Stato, alla terza casella, dopo Viganò e Sardi (l’uomo che si occupa dei discorsi del Papa, e che è stato ora promosso Patrono per Sovrano Militare Ordine di Malta), si trova il nome di Luciano Suriani, ex nunzio in Bolivia, “a disposizione”. Una collocazione inedita; da leggere, secondo gli esperti, come la promessa indolore di un nomina a Delegato; in pratica Capo del Personale, l’uomo che ha in mano i dossier di tutti i dipendenti della Segreteria di Stato, e che decide su trasferimenti e Nunziature. Un ruolo poco appariscente, di ma grandissimo reale potere.

Marco Tosatti, San Pietro e dintorni