sabato 27 giugno 2009
Il Papa ai vescovi del Vietnam: è possibile una collaborazione fra la Chiesa e lo Stato. Le religioni sono al servizio del prossimo, non un pericolo
Ricevendo stamane in Vaticano i vescovi del Vietnam, il Papa ha sottolineato l'importanza dell'anno giubilare che i cattolici del paese asiatico festeggeranno nel 2010 e ha esortato la Chiesa locale a collaborare con le autorità politiche del Vietnam. "La Chiesa del Vietnam si prepara attualmente alla celebrazione del cinquantesimo anniversario dell'erezione della gerarchia episcopale vietnamita", ha detto Benedetto XVI ai presuli raccolti nella sala del concistoro del Palazzo apostolico vaticano. "Questa celebrazione, che sarà sottolineata in modo speciale nell'anno giubilare del 2010, potrà permetterle di condividere con entusiasmo la gioia della fede con tutti i vietnamiti, rinnovando i suoi sforzi missionari. In questa occasione il popolo di Dio deve essere invitato a ringraziare per il dono della fede in Gesù Cristo. Questo dono è stato accolto generosamente, vissuto e testimoniato da molti martiri, che hanno voluto proclamare la verità e l'universalità della fede in Dio. In questo senso, la testimonianza a Cristo è un servizio supremo che la Chiesa può offrire al Vietnam e a tutti i popoli dell'Asia, poiché risponde alla ricerca profonda della verità e dei valori che garantiscono lo sviluppo umano integrale". Per il Papa è necessaria, in questo senso, "una più stretta collaborazione" tra le diocesi e tra le congregazioni religiose. Affrontando poi il tema dei rapporti con il governo della Repubblica socialista del Vietnam, il Papa ha detto ai vescovi: "Sapete come me che una sana collaborazione tra la Chiesa e la comunità politica è possibile. A questo proposito, la Chiesa invita tutti i suoi membri a impegnarsi lealmente per la costruzione di una società giusta e solidale. Non intende affatto sostituirsi ai responsabili governativi ma desidera solo poter partecipare nella collaborazione rispettosa alla vita della nazione, al servizio di tutto il popolo". “Partecipando attivamente, nella posizione che le è propria e secondo la sua vocazione”, la Chiesa - ha proseguito Benedetto XVI citando un passo della "Deus caritas est" - “non può mai essere dispensata dall'esercizio della carità come attività organizzata dei credenti e, d'altra parte, non ci sarà mai una situazione nella quale non occorra la carità di ciascun singolo cristiano, perché l'uomo, al di là della giustizia, ha e avrà sempre bisogno dell'amore”. “Inoltre, mi sembra importante sottolineare che le religioni non rappresentano un pericolo per l'unità della nazione, in quanto esse mirano ad aiutare il singolo a santificare sé stesso e, attraverso le loro istituzioni, desiderano porsi in modo generoso e disinteressato al servizio al prossimo”. Perché ciò sia non solo un desiderio ma un fatto che incida nel tessuto sociale del Vietnam è necessario, ha indicato il Papa ai vescovi, porre “particolare attenzione ai fedeli laici”, specie ai giovani - molti dei quali lasciano le zone rurali per cercare un futuro nelle città - e alle famiglie”. “E' auspicabile che ogni famiglia cattolica insegni ai bambini a vivere in conformità con una retta coscienza, nella lealtà e nella verità, diventando una fonte di valori e virtù umane, una scuola di fede e di amore per Dio. Quanto a loro, i laici cattolici dovranno dimostrare, mediante la loro vita basata sulla carità, l'onestà, l'amore per il bene comune, che un buon cattolico è un buon cittadino”.