mercoledì 8 luglio 2009

Motu Proprio 'Ecclesiae unitatem'. Il card. Levada: finchè le questioni dottrinali non saranno chiarite i lefebvriani non avranno uno status canonico

“La remissione della scomunica ai quattro vescovo lefebvriani è stato un provvedimento nell’ambito della disciplina canonica per liberare le persone dal peso della più grave censura ecclesiastica, pur nella consapevolezza che le questioni dottrinali rimangono e finché non sono state chiarite, la Fraternità sacerdotale S. Pio X non può godere di uno statuto canonico nella Chiesa e i suoi ministri non esercitano in modo legittimo alcun ministero nella Chiesa”. E’ quanto ribadito in un comunicato dal card. William Joseph Levada (foto), prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede, in occasione della pubblicazione della lettera Motu Proprio “Ecclesiae unitatem” di Benedetto XVI con la quale viene ripensata e aggiornata la struttura della Pontificia Commissione Ecclesia Dei, istituita da Giovanni Paolo II nel 1988. “Dato quindi che i problemi sono di natura essenzialmente dottrinale – ha spiegato il cardinale – il Santo Padre ha deciso di ripensare la Struttura della Pontificia Commissione Ecclesia Dei collegandola in modo stretto con la Congregazione per la dottrina della Fede”. Nel comunicato il Prefetto ha illustrato alcune modifiche nella struttura dell’Ecclesia Dei che pure mantiene la sua attuale configurazione. Tra queste quella che “il presidente della Commissione è il prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede”, dunque lo stesso card. Levada, che “la Commissione, con una propria tabella organica, è composta dal Segretario e da officiali” e che “compito del cardinale presidente, coadiuvato dal Segretario, è di riferire i principali casi e le questioni di carattere dottrinale all’esame e al giudizio delle istanze ordinarie della Congregazione e sottometterne le risultante alle supreme disposizioni del Sommo Pontefice”. Dopo aver ringraziato il Papa “per la fiducia mostrata con questa decisione e assicurato l’impegno per il dialogo dottrinale con la Fraternità sacerdotale di S. Pio X”, il cardinale ha voluto, in conclusione, ricordare come “il Santo Padre, con il Motu Proprio di oggi, ha voluto mostrare particolare e paterna sollecitudine verso la Fraternità sacerdotale di S. Pio X al fine di superare le difficoltà che ancora permangono per il raggiungimento della piena comunione con la Chiesa”.