Marco Tosatti, San Pietro e dintorni
martedì 27 ottobre 2009
Le nomine del Papa. Mons. Bertello protrebbe sostituire il card. Re alla Congregazione per i vescovi. In partenza anche il card. Kasper
Entro Pasqua del prossimo anno, secondo voci ricorrenti di Curia, il card. Giovanni Battista Re dovrebbe lasciare la carica di Prefetto della Congregazione per i vescovi, uno dei punti chiave in quanto a responsabilità e delicatezza del governo centrale della Chiesa. Il 30 gennaio prossimo infatti il porporato lombardo compirà 76 anni,e giungerà a scadenza anche l’anno di “proroga”, rispetto alla scadenza naturale dei 75 anni, che volentieri Benedetto XVI concede ai collaboratori. Il suo posto, secondo fonti bene informate, potrebbe essere preso dall’attuale Nunzio in Italia, mons. Giuseppe Bertello, un brillante diplomatico che dal 19 dicembre del 2006 ricopre il suo ruolo. Bertello è nato il 1° ottobre del 1942 a Foglizzo, in provincia di Torino, ed è stato ordinato ad Ivrea. La decisione di metterlo a capo della Congregazione per i Vescovi è – a quanto si dice – del Segretario di Stato, il card. Tarcisio Bertone. Mons. Bertello gode della piena fiducia del Segretario di Stato (si conoscono da molti anni, e fra l’altro, sono entrambi piemontesi: Bertone è di Romano Canavese) e la sua candidatura è giudicata assolutamente vincente. E questa stima farebbe sì che fosse superato un ostacolo legato alla tradizione del dicastero. Infatti sia Bertello che l’attuale segretario, mons. Montero De Castro, provengono dalle file della diplomazia. In genere almeno una delle due cariche massime è affidata a un prelato che abbia un’esperienza pastorale in diocesi. Ci si attende la partenza del card. Walter Kasper, che ha compiuto diciotto mesi di “proroga”, e che dovrebbe essere sostituito da un vescovo tedesco molto stimato da Benedetto XVI. Sembra che il card. Kasper, presidente del Pontificio Consiglio per l’Unità dei Cristiani, non abbia visto di buon occhio i tempi e i modi dell’ingresso dei dissidenti anglicani, gestita in maniera totalmente autonoma (o quasi…) dalla Congregazione per la Dottrina della Fede.