giovedì 10 dicembre 2009

Documentario di 'Al Jazeera' sul Papa e la Santa Sede. Intervista al card. Bertone: Benedetto XVI ha dato impulso positivo al dialogo con l'islam

Il dialogo tra cattolici e musulmani è un importante "fattore di pace e di rispetto" nell'attuale quadro internazionale e, in particolare, nel difficile scenario mediorientale. Il cardinale segretario di Stato Tarcisio Bertone sceglie una tribuna di eccezione come Al Jazeera per rilanciare l'appello a "una pacifica convivenza di tutti con tutti". Intervistato per la prima volta dal network arabo, il porporato coglie l'occasione per rivolgere all'islam "un augurio di pace e di serena e solidale convivenza", riaffermando che la Chiesa in ogni Paese "difende i diritti di tutti, il diritto di vivere, il diritto all'istruzione, il diritto di associazione, i diritti di tutte le minoranze". In questo senso - puntualizza Bertone - "bisogna assicurare a ciascuno la sua libertà di culto, dialogando e lavorando assieme per aiutare chi ha più bisogno". La Chiesa "promuove il bene delle persone senza distinguere la loro religione", ricorda. E chiede perciò che "la difesa dei diritti delle minoranze" valga anche per i cristiani "che si trovano in Paesi musulmani o non cristiani": questo - auspica - "è un impegno che dobbiamo prendere tutti insieme". In proposito il cardinale riferisce di una telefonata del Patriarca iracheno Delly proprio due giorni fa, dopo che Baghdad è stata investita da una serie di sanguinosi attentati che hanno provocato centinaia di morti e feriti. Dal segretario di Stato una esplicita denuncia della drammatica situazione dei cristiani in Medio Oriente: "Noi - afferma - esortiamo i cristiani arabi a restare, perché svolgono una funzione positiva, anche se qualcuno può sbagliare". Si tratta di un argomento - riferisce - che è costantemente al centro dei colloqui con i "responsabili politici" dei Paesi arabi che si recano in visita in Vaticano. Il cristianesimo - ricorda il porporato - è nato in Medio Oriente. E gli arabi cristiani sono "molto fieri" della loro appartenenza araba. Bertone parla con accenti preoccupati delle conseguenze della guerra in Iraq scoppiata quasi sette anni e lancia un grido d'allarme sulla situazione di coloro che hanno abbandonato la regione. L'appello è alla comunità internazionale perché non dimentichi "i rifugiati che sono ancora lontani dalle loro patrie" e si impegni "sempre di più a creare le condizioni per il loro ritorno". La tutela dei diritti delle minoranze, precisa comunque il segretario di Stato, deve sempre procedere di pari passo con la necessità di "osservare le leggi dei Paesi di arrivo". E in ogni caso la questione dei rapporti tra cittadini di diverse religioni va affrontata senza chiusure pregiudiziali o emotive, come è avvenuto in Svizzera con il referendum che ha vietato la costruzione di nuovi minareti: una decisione - commenta il Bertone - "che nasce dalla paura, mentre le scelte di voto devono nascere da una prospettiva, da un obiettivo positivo". L'intervista concessa a Mohamed Kenawi prende le mosse proprio dal ruolo delle religioni come artefici di pace e di riconciliazione nel mondo, per poi affrontare specificamente la questione del dialogo tra cattolici e musulmani. Il porporato sottolinea in proposito l'azione di rilancio intrapresa da Benedetto XVI soprattutto attraverso il Pontificio Consiglio per il Dialogo Interreligioso. Ed evidenzia che la collaborazione tra le religioni non può non portare anche a un impegno comune nella lotta alla povertà. Interpellato dal giornalista sul ruolo e le funzioni del centro della cattolicità, Bertone coglie l'occasione per chiarire la distinzione tra Santa Sede e Vaticano e per evidenziare la figura particolare del Pontefice, la cui sovranità sul piccolo Stato vaticano è garanzia di libertà e indipendenza rispetto ad altri poteri. Quanto ai rapporti con lo Stato italiano, infine, il porporato li definisce "molto intensi" e rimarca la "particolare attenzione" del Papa alla vita della nazione. Ma puntualizza anche che la Chiesa esprime solo indicazioni e giudizi morali sulle diverse questioni, mentre i cattolici, come tutti i cittadini, sono liberi di agire secondo la loro coscienza illuminata dalla fede. L'intervista, realizzata dalla Domino film, dura circa venti minuti ed è stata registrata mercoledì mattina, 9 dicembre, nella Sala dei Trattati della Segreteria di Stato. I suoi passaggi più significativi faranno parte di un documentario sulla realtà del Vaticano che sarà trasmesso da Al Jazeera tra sei mesi. Il progetto, presentato nei mesi scorsi, è stato esaminato e sviluppato dal Pontificio Consiglio delle Comunicazioni Sociali. Prevede, tra l'altro, interviste anche al card. Jean-Louis Tauran, presidente del Pontificio Consiglio per il Dialogo Interreligioso, e agli arcivescovi Gianfranco Ravasi, presidente del Pontificio Consiglio della Cultura, Claudio Maria Celli, presidente del Pontificio Consiglio delle Comunicazioni sociali, e Rino Fisichella, presidente della Pontificia Accademia per la Vita. "La decisione di realizzare il documentario - spiega a L'Osservatore Romano Mohamed Kenawi - nasce dal desiderio di far conoscere al mondo arabo e musulmano una realtà universale come la Chiesa Cattolica, e in particolare il Vaticano, entità indipendente e del tutto particolare guidata dal Pontefice, che è allo stesso tempo leader spirituale e capo di uno Stato". Si tratta - puntualizza - di "un contributo al dialogo tra le religioni, che per essere efficace ha bisogno della conoscenza reciproca come condizione essenziale". Kenawi racconta di essere rimasto "molto colpito dall'accoglienza positiva che la nostra iniziativa ha ricevuto in Vaticano". E si augura che "possa servire a far conoscere meglio al mondo arabo la figura del Papa e il ruolo della Santa Sede nell'attuale scenario internazionale".

L'Osservatore Romano