SIR
venerdì 12 febbraio 2010
Il presidente dei vescovi romeni a Benedetto XVI: la aspettiamo nel nostro Paese per confortare la nostra testimonianza e incontrare l'intero popolo
“Un rispettoso e deferente” invito a visitare la Romania “per confortare la testimonianza che in esso rendono i fedeli greco-cattolici e romano-cattolici, e per incontrare l'intero popolo romeno e recare alle sue Chiese l'abbraccio di pace della Chiesa che presiede nella carità”. Si è concluso così il discorso che mons. Ioan Robu, arcivescovo di Bucarest e presidente della Conferenza Episcopale di Romania ha rivolto questa mattina al Papa. L’arcivescovo ha messo al corrente il Santo Padre di una serie di preoccupazioni che stanno a cuore alla Chiesa Cattolica romena. “Ci dobbiamo confrontare – ha detto - con una società in cui molto alto è il tasso di famiglie segnate da separazioni e divorzi; una società in cui il materialismo ha condotto a considerare l'aborto quale metodo di pianificazione delle nascite; una società in cui la miseria ha prodotto il fenomeno dell'abbandono dei bambini”. Per far fronte a tali emergenze, la Chiesa di Romania sta sviluppando “sempre di più la pastorale dei giovani e delle famiglie”, nonché potenziando “il servizio sociale della Caritas”. “A tutti noi – ha proseguito mons. Robu – sta particolarmente a cuore il dialogo con al Chiesa Ortodossa”. L’arcivescovo ha parlato al Papa del problema, non ancora risolto, della restituzione degli edifici sacri confiscati dal regime alla Chiesa greco-cattolica nel 1948. “E’ nostra convinzione – ha detto l’arcivescovo di Bucarest - che i medesimi luoghi di culto potrebbero ben essere utilizzati dai greco-cattolici e dagli ortodossi con celebrazioni svolte di comune accordo in momenti diversi”. Mons. Robu ha poi aggiunto: “Va comunque rilevato che, al di là di tutte queste questioni, insieme ai nostri fratelli ortodossi, proprio perché abbiamo tante cose in comune, stiamo sviluppando promettenti collaborazioni a livello sociale (tramite la Caritas), in ambito spirituale (grazie all'opera di diverse associazioni laicali), ma pure nel settore accademico”. Altro motivo di preoccupazione per i cattolici di Romania è “l'atteggiamento assunto dalle autorità politiche in merito alla Cattedrale di San Giuseppe, monumento storico-architettonico, di importanza nazionale e internazionale, della città di Bucarest. Le nostre istanze, presentate al Presidente della Repubblica e al Governo, sono cadute nel vuoto e quello che potremmo definire un 'ecomostro' cresce sempre più a fianco del sacro e storico edificio”. Al Papa i vescovi hanno anche parlato della “massiccia migrazione dei romeni nelle altre regioni dell’Unione Europea in cerca di un lavoro”. “Una questione – ha detto Robu – che investe direttamente e profondamente l'azione pastorale della Chiesa, sia in patria, sia all'estero”.