giovedì 11 marzo 2010

I vescovi irlandesi: apprezziamo la nota di Padre Lombardi sugli abusi sessuali. La Lettera del 2001 non preclude la collaborazione con le autorità

I vescovi irlandesi hanno “apprezzato” la nota dei giorni scorsi del direttore della sala stampa vaticana, padre Federico Lombardi, dedicata alla “gravissima questione” degli abusi sessuali su minori che sta coinvolgendo la Chiesa e le sue istituzioni in alcuni paesi europei, tra cui anche l’Irlanda. In una nota diffusa ieri sera dalla Conferenza Episcopale irlandese al termine dell’assemblea generale dei vescovi, la prima dopo l’incontro con il Papa di metà febbraio sullo scandalo degli abusi sessuali, i presuli dicono di aver accolto con “favore” la “pubblicazione tempestiva” della nota. “In particolare” è stato apprezzato il riferimento alle vittime affermando che “il punto di partenza corretto è il riconoscimento di ciò che è avvenuto, e la preoccupazione per le vittime e le conseguenze degli atti compiuti contro di loro”. I vescovi irlandesi sottolineano poi il passaggio in cui si ribadisce che “la Chiesa vive inserita nella società civile e in essa assume le sue responsabilità”. Da questo punto di vista, per l’episcopato irlandese, la nota di Lombardi chiarisce una “importante questione” che “è stata costantemente travisata in alcuni ambienti”. Nella nota infatti il direttore della sala stampa ha ricordato che in ambito canonico “il delitto di abuso sessuale di minori è sempre stato considerato uno dei più gravi fra tutti” e che la Lettera “De delictis gravioribus” del 2001, “talvolta inopportunamente citata come causa di una cultura del silenzio”, in realtà è stata “un segnale determinante per richiamare l’episcopato sulla gravità del problema”. Proprio a questo proposito e per evitare “disinformazione”, i vescovi irlandesi precisano che all’incontro avuto a Roma con il Papa è stato loro comunicato che “la Lettera del 2001 non preclude affatto le autorità della Chiesa dai loro obblighi in materia civile, in particolare agli obblighi di comunicare e di collaborare pienamente con le autorità civili”. Nel comunicato i vescovi affermano di essere “consapevoli” che quanto finora dichiarato è solo “una parte di un processo a lungo termine di rinnovamento della Chiesa in Irlanda”. I vescovi ribadiscono “il loro profondo rammarico e la tristezza per il fatto che la preservazione della reputazione degli individui e della Chiesa ha avuto la precedenza sulla sicurezza e il benessere dei bambini”. Rinnovamento – aggiungono - che “richiede il supporto dei fedeli”. All’assemblea generale, hanno partecipato anche i due responsabili del Consiglio nazionale per la tutela dell'infanzia nella Chiesa cattolica, John Morgan e Ian Elliott, che hanno aggiornato i vescovi sullo stato dei contatti con le autorità statali, Nord e Sud, e sul processo da avviare per il controllo e la salvaguardia dei bambini nelle diocesi e nelle congregazioni religiose.

SIR, Radio Vaticana