giovedì 11 marzo 2010

Sospesi tre sacerdoti austriaci per abusi commessi negli anni '80. Il vescovo di Ratisbona: fuori dalla Chiesa chi commette questo peccato grave

Tre preti cattolici austriaci del monastero di Kremsmuenster, nel distretto di Kirchdorf, in Alta Austria, sono stati sospesi dalle funzioni sacerdotali per presunti abusi sessuali e maltrattamenti, avvenuti negli anni '80, nei confronti di alcuni ragazzi della scuola gestita dal monastero. Lo ha annunciato oggi durante una conferenza stampa l'abate di Kremsmuenster, Ambros Ebhart. Uno dei tre religiosi, un padre di 75 anni, ha detto l'abate, ha ammesso gli abusi. "Un completo chiarimento su questi casi è dovuto ai confratelli e al pubblico", ha detto l'abate durante la conferenza stampa, dichiarandosi pronto a lavorare insieme alla diocesi di Linz e alle autorità dell'Alta Austria per far luce su questi episodi. Il quotidiano Oberoesterreichischen Nachrichten aveva pubblicato questa mattina un articolo in cui un ex studente della scuola accusava i tre preti di abusi sessuali e maltrattamenti. Nel complesso, finora, le vittime di queste violenze, che sarebbero avvenute tutte negli anni '80, sono almeno cinque. "Mi dispiace molto che persone nel nostro istituto abbiano fatto simili esperienze di violenza", ha proseguito l'abate, sottolineando che la commissione diocesana si interesserà di questi casi. E finché non verrà fatta piena luce, ha tenuto a precisare, i tre preti chiamati in causa, tutti sopra i 75 anni, rimarranno sospesi dai loro uffici e dai loro compiti. L'abate ha quindi messo in guardia contro "condanne sommarie", ma non ha garantito che in futuro non possano emergere altri casi simili: su questo, ha detto, "non posso mettere la mano sul fuoco". La stampa aveva riportato presunti casi di violenze sessuali nella Chiesa austriaca già martedì scorso. In particolare, abusi si sarebbero verificati in due istituti religiosi negli anni '70 e '80 e, sempre secondo la stampa, l'attuale padre superiore dell'abbazia San Pietro di Salisburgo ha ammesso di essere implicato in uno di questi casi ed ha proposto le proprie dimissioni.
A Roma c'è anche in questi giorni il vescovo Ratisbona Gerhard Mueller il quale ha ricordato che i sacerdoti che si macchiano di reati di pedofilia non possono continuare a svolgere il loro ruolo di rappresentanti di Cristo. Mueller, rispondendo a giornalisti a margine di un convegno teologico a Roma, ha detto che "tutti sanno che questo peccato grave che esclude", che taglia fuori, "dal sacerdozio". Muller ha anche bocciato la tesi che all'origine ci sia il celibato definendola una "stupidaggine". Il vescovo di Ratisbona ha ancora ribadito l'estraneità di Georg Ratzinger, il fratello di Papa Benedetto XVI, rispetto all'unico caso accertato di abusi sessuali commesso più di 40 anni fa nella struttura del coro di voci bianche della città tedesca di cui il prelato è in seguito stato direttore.

Il Messaggero.it