Papa Benedetto XVI ha incontrato questa mattina i volontari della Protezione Civile italiana nell'Aula Paolo VI in Vaticano, accompagnati dai sottosegretari Guido Bertolaso e Gianni Letta. ''Cari volontari e volontarie della Protezione Civile - ha detto il Pontefice -: so che avete molto desiderato questo incontro; posso assicurarvi che questo era anche il mio vivo desiderio''. Il pensiero del Papa va ai terremotati di San Giuliano di Puglia e all’Abruzzo. Durante la sua visita a Onna e L'Aquila lo scorso 28 aprile, ha ''potuto constatare di persona con quanto impegno vi siete prodigati per assistere coloro che avevano perduto i propri cari e le abitazioni''. ''Mi sembrano appropriate - ha aggiunto il Pontefice - le parole che vi rivolsi in quella occasione: 'Grazie di ciò che avete fatto e soprattutto dell'amore con cui l'avete fatto. Grazie dell'esempio che avete dato'. E come non pensare con ammirazione ai tanti volontari e volontarie che hanno garantito assistenza e sicurezza alla folla sterminata di giovani, e non solo, presente all'indimenticabile Giornata Mondiale della Gioventù del 2000, o venuta a Roma per l'ultimo saluto al Papa Giovanni Paolo II?''. ''La duplice dimensione della protezione - ha proseguito il Pontefice -, che si esprime sia durante l'emergenza che dopo, è bene espressa dalla figura del buon Samaritano, tratteggiata dal Vangelo di Luca. Questo personaggio ha dimostrato certamente carità e umiltà assistendo il malcapitato nel momento del massimo bisogno. E questo quando tutti - alcuni per indifferenza, altri per durezza di cuore - girano lo sguardo dall'altra parte".
"Il buon Samaritano insegna, però, ad andare oltre l'emergenza e a predisporre, potremmo dire, il rientro nella normalità. Egli, infatti, fascia le ferite dell'uomo riverso a terra, ma poi si preoccupa di affidarlo all'albergatore affinchè, superata l'emergenza, possa ristabilirsi''. I volontari ''non sono dei 'tappabuchi' nella rete sociale'' ma ''persone che veramente contribuiscono a delineare il volto umano e cristiano della società'' perchè ''senza volontariato, il bene comune e la società non possono durare a lungo, poichè il loro progresso e la loro dignità dipendono in larga misura proprio da quelle persone che fanno più del loro stretto dovere''. Il Pontefice ha poi affermato: ''Le finalità e i propositi della vostra associazione hanno trovato riconoscimento in appropriate norme legislative, che hanno contribuito al formarsi di un'identità nazionale del volontariato di Protezione Civile, attenta ai bisogni primari della persona e del bene comune''. “L’amore sarà sempre necessario, anche nella società più giusta”. Benedetto XVI ha ripreso la sua Enciclica “Deus caritas est” per ribadire che “l’amore del prossimo non può essere delegato”. E ha rilevato che “lo Stato e la politica, pur con le necessarie premure per il welfare, non possono sostituirlo”. “Non c’è nessun ordinamento statale giusto che possa rendere superfluo il servizio dell’amore. Chi vuole sbarazzarsi dell’amore si dispone a sbarazzarsi dell’uomo in quanto uomo. Ci sarà sempre sofferenza che necessita di consolazione, di aiuto”. L’amore del prossimo, ha proseguito, “richiede e richiederà sempre l’impegno personale e volontario”. ''Voi - ha proseguito - costituite una delle espressioni più recenti e mature della lunga tradizione di solidarietà che affonda le radici nell'altruismo e nella generosità del popolo italiano. Il volontariato di Protezione Civile è divenuto un fenomeno nazionale, che ha assunto caratteri di partecipazione e di organizzazione particolarmente significativi e oggi comprende circa un milione e trecentomila membri, suddivisi in oltre tremila organizzazioni''. “I termini ‘protezione’ e ‘civile’ – è stata la riflessione del Pontefice – rappresentano delle precise coordinate ed esprimono in maniera profonda” la missione della Protezione Civile. Una vera “vocazione”, l’ha definita il Papa, “proteggere le persone e la loro dignità” nei casi “tragici di calamità e di emergenza che minacciano la vita e la sicurezza di famiglie o di intere comunità”. Tale missione, ha concluso, ''non consiste solo nella gestione dell'emergenza, ma in un contributo puntuale e meritorio alla realizzazione del bene comune, il quale rappresenta sempre l'orizzonte della convivenza umana anche, e soprattutto, nei momenti delle grandi prove''. Al termine dell'udienza Papa Benedetto XVI, aiutato dal suo segretario mons. Georg Gaenswein, ha indossato per un breve momento un giubbotto blu con lo stemma della Protezione Civile.
Asca, Radio Vaticana
UDIENZA AI DIRIGENTI, AL PERSONALE E AI VOLONTARI DELLA PROTEZIONE CIVILE NAZIONALE ITALIANA - il testo integrale del discorso del Papa