Asca
venerdì 16 aprile 2010
83° genetliaco di Benedetto XVI. 'Avvenire': gratitudine perchè il 'non conformatevi' di Paolo vede in lei un testimone come tagliato da roccia antica
''Per i suoi 83 anni, Santità, più che una solidarietà oggi vorremmo dirle di una gratitudine. Una gratitudine profonda per ciò che lei testimonia ed è; con quella sua storia iniziata per noi in un tempo lontano, ma arrivata limpida e fedele ad oggi''. E' quanto scrive in occasione dell'83° compleanno di Papa Benedetto XVI il quotidiano Avvenire, che dedica il suo editoriale di prima pagina firmato da Marina Corradi ad alcune delle ''mille ragioni'' per dire grazie al Pontefice. Grazie, quindi, ''per una sensibilità che si incontra nelle sue parole, dalla ' Spe Salvi' al 'Gesù di Nazareth', e che va diritta alle domande e ai dubbi dei cristiani di questo momento storico. Perchè è strano: stupisce, in un uomo cresciuto naturaliter cristiano, che sia così intensamente cosciente dei dubbi della generazione successiva, quasi inconsapevolmente invece formata nel relativismo''. Avvenire ringrazia poi il Papa ''per la sfida che da anni conduce, prima e dopo Ratisbona: il Dio in cui crediamo non mutila, in niente, l'uso pieno della nostra umana ragione. (Grazie, perchè nei licei del dopo '68 a molti di noi hanno insegnato che il cristianesimo era una speranza da illusi)''. ''E grazie - inoltre - in questo compleanno in giorni amari, della disarmante audacia della Lettera ai cattolici d'Irlanda. Della sollecitudine per gli innocenti, in realtà già mostrata nelle linee guida della Congregazione per la dottrina della fede, dove si affermava che in qualsiasi momento del procedimento canonico al vescovo locale è conferito 'il potere di tutelare i bambini'''. ''Lo sappiamo in fondo, che tanti attacchi affondano radici - continua l'articolo - in qualcosa che va oltre tutte le accuse espresse. E' la radicale opposizione della Chiesa alla mentalità del 'mondo', ciò che alimenta una ostilità che cova e lievita, e a tratti sbuca alla superficie''. Grazie, infine, scrive il giornale della CEI, ''dell'esempio indicato nel 'Gesù di Nazareth''' rivolto a colui che ''non si accontenta della realtà esistente e non soffoca l'inquietudine del cuore, quell'inquietudine che rimanda l'uomo a qualcosa di più grande''. ''E' la pretesa cristiana - conclude l'editoriale - di insegnare ai figli un altro senso, e tutta un'altra logica, da quella che ci vorrebbe docilmente allineare. E' la fedeltà al ''non conformatevi'' di Paolo, il duro antico nodo dello scontro. Quel 'non conformatevi' che vede in lei, Santità, un testimone. Tenace nella storia attraversata. Come tagliato da una roccia antica''.