“Siamo qui con la disponibilità a non rimanere indifferenti davanti alle tante persone che oggi vivono nei deserti del mondo. Intendiamo valorizzare tutte le strade che il continente digitale offre, per farci sempre più prossimi all’uomo”. Lo ha detto il card. Angelo Bagnasco (nella foto con Benedetto XVI), presidente della Conferenza Episcopale, nel suo breve saluto al Papa primo del suo intervento nell'Aula Paolo VI riempita dei partecipanti al convegno CEI “Testimoni digitali”. Il cardinale ha voluto porgere a nome di tutti i presenti un “ringraziamento” a Benedetto XVI per aver accettato cinque anni fa “la missione di essere nostro pastore e guida attraverso questo nostro tempo”. Ed ha aggiunto: “Con la sua parola e la sua testimonianza non ha smesso di dirci che la Chiesa è viva, la Chiesa è giovane, e che porta in sè il futuro del mondo e perciò mostra anche a ciascuno di noi la strada verso il futuro. Questa realtà – ha proseguito Bagnasco - rimane vera anche nei momenti in cui sperimentiamo la prova, quando desidereremmo che Dio si mostrasse più forte e sconfiggesse il male. Non sono infatti proprio questi i momenti di sofferenza quelli nei quali più entriamo nel mistero della pazienza di Dio con la quale egli redime il mondo?”. Il cardinale presidente ha ricordato come il Papa abbia sempre dato voce “alle tante forme di deserto in cui l’umanità si dibatte: il deserto della povertà, il deserto della fame e della sete, il deserto dell’abbandono, della solitudine, dell’amore distrutto, il deserto dell’oscurità di Dio dello svuotamento delle anime senza più coscienza della dignità e del cammino dell’uomo”. Facendo quindi riferimento ai lavori del convegno CEI sulle comunicazioni, ha detto al Papa: “Oggi davanti a lei sono riuniti gli operatori e gli animatori della cultura e della comunicazione. In questi giorni abbiamo riflettuto sul grande potenziale costituito dalle tecnologie digitali e su come esse stiano modificando non soltanto il nostro modo di informarci e comunicare ma anche e più in profondità le stesse relazioni tra le persone. Siamo consapevoli che aprono grandi opportunità anche per la diffusione dell’annuncio cristiano”. “Intendiamo con la forza che ci viene dal suo limpido magistero – ha concluso il cardinale - portare avanti la missione di costruire ponti di comprensione e comunione perché cresce il dialogo e la pace nella società e mostrare agli uomini del nostro tempo e all’umanità smarrita di oggi che Dio è vicino e che in Cristo tutti ci apparteniamo”.
SIR