sabato 1 maggio 2010

La Santa Sede: delitti gravi da Maciel, una vita priva di scrupoli e sentimento religioso. Il Papa nominerà un delegato per i Legionari di Cristo

Una vita priva di scrupoli. È una durissima presa di posizione quella della Santa Sede contro il sacerdote messicano Marcial Maciel Degollado (nella foto con Giovanni Paolo II), fondatore dei Legionari di Cristo morto nel 2008 e accusato di numerosi abusi sessuali, anche su minorenni. "I gravissimi e obiettivamente immorali comportamenti confermati da testimonianze incontrovertibili, si configurano talora in veri delitti e manifestano una vita priva di scrupoli e di autentico sentimento religioso" si legge nella nota diffusa dal Vaticano dopo le riunioni con i cinque vescovi incaricati della "Visita apostolica" ai legionari di Cristo. La condotta di padre Maciel, viene detto, "ha causato serie conseguenze nella vita e nella struttura della Legione, tali da richiedere un cammino di profonda revisione". Benedetto XVI nominerà un proprio delegato e si riserva di indicare le modalità di un accompagnamento dei Legionari nel processo di revisione. Ha anche istituito una commissione di studio che riveda gli ordinamenti interni, le "costituzioni" della Legione, che impongono fra l'altro ai membri il silenzio assoluto su quanto avviene all'interno. Il delegato avrà le funzioni di un vero e proprio commissario dell'ordine. Inoltre il Papa invierà un "visitatore" ai membri del movimento Regnum Christi, come da loro stessi chiesto con insistenza. "Di tale vita - prosegue la Santa Sede - era all'oscuro gran parte dei Legionari, soprattutto a motivo del sistema di relazioni costruito da padre Maciel, che abilmente aveva saputo crearsi alibi, ottenere fiducia, confidenza e silenzio dai circostanti e rafforzare il proprio ruolo di fondatore carismatico". Maciel aveva una doppia vita, con almeno due mogli e tre figli. "Non di rado - si legge nel comunicato - un lamentevole discredito e allontanamento di quanti dubitavano del suo retto comportamento, nonché l'errata convinzione di non voler nuocere al bene che la Legione stava compiendo, avevano creato attorno a lui un meccanismo di difesa che lo ha reso per molto tempo inattaccabile, rendendo di conseguenza assai difficile la conoscenza della sua vera vita". "Lo zelo sincero della maggioranza dei Legionari, emerso anche nelle visite alle case della Congregazione e a molte loro opere, non da pochi assai apprezzate, ha portato molti in passato a ritenere che le accuse, via via divenute più insistenti e lanciate qua e là, non potessero essere che calunnie" ed è per questo che "la scoperta e la conoscenza della verità circa il fondatore ha provocato, nei membri della Legione, sorpresa, sconcerto e profondo dolore, distintamente evidenziati dai Visitatori". Benedetto XVI ha assicurato pensiero e preghiera a quanti sono stati "vittime degli abusi sessuali e del sistema di potere" messo in atto da Maciel. Il Santo Padre, spiega il comunicato del Vaticano, "intende rassicurare tutti i legionari e i membri del movimento Regnum Christi che non saranno lasciati soli: la Chiesa ha la ferma volontà di accompagnarli e di aiutarli nel cammino di purificazione che li attende. Esso comporterà anche un confronto sincero con quanti, dentro e fuori la Legione, sono stati vittime degli abusi sessuali e del sistema di potere messo in atto dal fondatore: ad essi - prosegue la nota - va in questo momento il pensiero e la preghiera del Santo Padre, insieme alla gratitudine per quanti di loro, pur in mezzo a grandi difficoltà, hanno avuto il coraggio e la costanza di esigere la verità".

Corriere della Sera.it