sabato 1 maggio 2010

Il Papa a Torino. Troppo piccola Piazza San Carlo per l'incontro con Benedetto XVI. I parroci della diocesi: i 25 mila pass per la Messa sono pochi

"Non siamo arrabbiati, constatiamo che i pass per la Messa del Papa in Piazza San Carlo sono pochi". Parla anche a nome di altri sacerdoti il parroco di San Secondo, don Mario Foradini. Per la giornata di Benedetto XVI a Torino domani, l’attesa è grande, ma le misure di sicurezza concordate tra Questura e Gendarmeria Vaticana hanno limitato i posti a 25 mila. "Noi abbiamo settemila abitanti nel territorio e abbiamo chiesto 80 pass, speriamo - dice don Foradini - di ottenerli. Certo, le ragioni di sicurezza vanno accettate...". Sull’altro lato di Porta Nuova, don Piero Gallo si sbilancia un po' di più. "Siamo in molti a pensare - dice il parroco dei Santi Pietro e Paolo Apostoli - che sarebbe stato meglio utilizzare piazza Vittorio, come per Giovanni Paolo II nel ‘98. In molti avevano suggerito quella soluzione, ma ragioni di opportunità hanno fatto cadere la scelta su Piazza San Carlo". Don Gallo di pass ne avrà 150, la quota stabilita per le parrocchie con oltre 10 mila abitanti. Ieri mattina li ha consegnati ai primi che si sono messi in coda davanti all’ufficio parrocchiale. La regola del "chi primo arriva bene alloggia" varrà anche a San Secondo. "Il massimo della democrazia", sorride don Foradini. "Le quote - dice Marco Bonatti, direttore della comunicazione dell’Ostensione - sono state stabilite in base alla popolazione delle parrocchie: sotto i 5000 abitanti, fino a 10 mila, oltre 10 mila. Tenuto conto del fatto che le parrocchie della diocesi sono 359, qualsiasi criterio avrebbe comportato scelte dolorose. In piazza potranno entrare 25 mila persone: tutte dovranno passare un controllo. In via Roma e in Piazza Castello ci saranno maxi-schermi, la comunione sarà distribuita a tutti". Nel pomeriggio, l'incontro con i giovani del Piemonte. "Anche in questo caso in piazza sono previste 25 mila persone e parrocchie e movimenti riceveranno i pass".

Maria Teresa Martinengo, La Stampa