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giovedì 30 settembre 2010
Il Papa a Palermo. I vescovi siciliani: avvenimento storico che servirà a risvegliare le coscienze per guardare al futuro con maggiore speranza
“Palermo si aspetta che la visita di Benedetto XVI sia un sostegno per quanti sono alla ricerca di risposte personali al dramma creato dalla disoccupazione, dalla disgregazione familiare, dall’oppressione di una quotidianeità che sembra non avere vie di scampo nella sua oscena povertà di valori o di mezzi”. Lo sostiene l’arcivescovo del capoluogo siciliano, mons. Paolo Romeo, che oggi ha incontrato la stampa durante la presentazione della visita del Pontefice nella città. Lo ha fatto nella qualità di presidente della Conferenza Episcopale siciliana, insieme a mons. Mario Russotto, vescovo delegato per gli uffici della Pastorale giovanile e della famiglia, che ha presentato il convegno “Lo sguardo del coraggio…per una educazione alla speranza”, per cui 1300 i delegati delle 18 diocesi siciliane domani e dopodomani si incontreranno all’Hotel Saracen di Isola delle Femmine. L’arcivescovo enuncia a chiare lettere il significato di questa visita: “Servirà a risvegliare le coscienze, per guardare al futuro con maggiore speranza”. Ecco perchè migliaia e ancora migliaia di fedeli siciliani riempiranno le strade palermitane domenica prossima, celebrando un avvenimento che lo stesso Romeo definisce “storico”. Una data, quella del prossimo 3 ottobre, a cui si lavora da tempo, da quando Benedetto XVI ha colto l’invito della Chiesa siciliana a visitare l’Isola. Tutto è partito con una lettera, datata 23 maggio 2009: “Il Pontefice ci rispose con un sorriso – ricorda Romeo – che sarebbe venuto volentieri in Sicilia”. “La visita di Sua Santità Benedetto XVI a Palermo rappresenta il culmine di un cammino intrapreso tre anni fa da tutte le diocesi siciliane, un cammino verso il coinvolgimento dei giovani nella vita religiosa, l’incontro con le famiglie e la trasmissione della fede alle nuove generazioni. Dalla visita di Benedetto XVI voluta a gran voce da tutti noi vescovi siciliani ci aspettiamo un momento di grande stimolo nel nostro percorso di trasmissione di fede". Ma mons. Romeo, illustrando l’evento, non ha tralasciato di sottolineare che “questa visita si inserisce nel cammino delle Chiese di Sicilia, vogliamo presentare al Santo Padre e al mondo il vero volto della Sicilia, che non è fatto solo di emergenza rifiuti, dalla mafia e dai problemi sociali, ma da una storia che hanno segnato i nostri Santi”. Toccate e fuga pure su alcuni mali che affliggono la società contemporanea. Dall’agnosticismo al laicismo imperanti. “Siamo stati inondati negli ultimi anni da uno tsunami di cultura favorita dai mezzi di comunicazione che sta gradualmente e in modo drammatico desacralizzando la nostra società”. E aggiunge: “Alla radice dei vizi della società siciliana c’è la mancanza di valori etici e morali. La Chiesa non può dare soluzioni dirette ai problemi sociali, ma il suo compito è formare coscienze per contribuire a costruire una società più giusta”. Poi, con un richiamo alle parole di don Pino Puglisi e del giudice Rosario Livatino, martiri della mafia, l’arcivescovo di Palermo ha invitato: “Se ognuno di noi facesse il proprio dovere nel suo piccolo si avrebbe una società migliore“. Sollecitando poi a mettere fine alle polemiche sulla visita del Santo Padre, ha ricordato che Benedetto XVI “viene a Palermo come stimolo e incoraggiamento per la Chiesa e per la società, da educare alla speranza e al coraggio di testimoniare la fede nella vita quotidiana”. A mettere a punto il calendario degli appuntamenti è stato mons. Carmelo Cuttitta, coordinatore della Segreteria organizzativa della visita, che confessa come si è lavorato “per rendere l’incontro con il Papa il più informale e gioviale possibile, sollecitando perché vi fossero molti momenti di condivisione”. Poi Cuttitta non manca di sottolineare come eventi di questa portata possano avere risvolti positivi nella realtà più immediata: “Sarebbe bello che il Papa venisse ogni due anni, per migliorare più spesso la situazione della città”.