giovedì 30 settembre 2010

Sinodo dei vescovi per il Medio Oriente. Mons. Eterović: dare la massima visibilità alla Chiesa in questa regione. L'arabo una delle lingue ufficiali

“Dare la massima visibilità alla Chiesa Cattolica in questa regione così vitale nella storia del cristianesimo, che pure da 2000 anni è attraversata da tensioni, conflitti, rivolgimenti religiosi e politici”. Nelle parole di mons. Nikola Eterović (nella foto con Benedetto XVI), arcivescovo segretario generale del Sinodo dei vescovi, tutta l’importanza del prossimo Sinodo dei vescovi per il Medio Oriente che si terrà in Vaticano dal 10 al 24 ottobre. In un’intervista rilasciata a Terrasanta.net, il Segretario del Sinodo parla delle novità di questa assemblea speciale in cui l’arabo sarà “una delle lingue ufficiali”. “Sarà ricordato anche il ruolo della letteratura arabo-siriaca non solamente nelle tradizioni delle Chiese orientali ma anche nella formazione della cultura araba. Le comunità cristiane arabe – ricorda mons. Eterović - rappresentano un ponte naturale con l’islam. Altro tema è quello dell’educazione nella fede ed un ruolo particolare sarà riservato ai giovani. È molto importante che essi conoscano la Bibbia, sia l'Antico che il Nuovo Testamento. Questo avrà anche dei riflessi sul dialogo essenziale con l’ebraismo, che è uno dei grandi obiettivi del Sinodo, così come lo è il dialogo difficile ma necessario con l’islam”. Tra le sfide che i cristiani devono affrontare in questa regione, il Sinodo segnala quella della mancanza di libertà di religione che non si concilia con l’esigenza di testimonianza del Vangelo: “L’auspicio – spiega l’arcivescovo - è che si possa raggiungere la pace nella giustizia, e che il Sinodo possa segnare un passo avanti in questa direzione: se siamo autentici discepoli di Cristo, siamo anche operatori di pace”. “I cristiani, pur essendo una minoranza, possono dare un contributo formidabile nel cambiamento delle mentalità, a cominciare dal cuore riconciliato con Dio e con il prossimo e alla costruzione di una regione pacifica”. “Pur non avendo pretese politiche nell’assise sinodale che è di natura pastorale, - conclude mons. Eterović - non si potrà evitare di parlare anche di come migliorare concretamente la situazione di grande difficoltà in cui vivono i cristiani in molti Paesi”.

SIR