Il Papa ha, così, denunciato la droga, “bestia vorace” che distrugge e mette le sue mani su tutte le parti della terra: “E’ una divinità, ma una divinità falsa che deve cadere. O anche il modo di vivere propagato dall’opinione pubblica: oggi si fa così, il matrimonio non conta più, la castità non è più una virtù e così via. Queste ideologie che dominano, così che si impongono con forza, sono divinità. E nel dolore dei Santi, nel dolore dei credenti, della Madre Chiesa della quale noi siamo parte, devono cadere queste divinità”. Il Papa ha ribadito che, proprio come “nel tempo della Chiesa nascente”, anche oggi c’è bisogno del “sangue dei martiri” per trasformare il mondo. Benedetto XVI si è poi riferito al capitolo 12 dell’Apocalisse, dove il drago scatena un fiume d’acqua contro la Madre. Sembra, ha detto il Papa, che la donna sia annegata in questo fiume. Ma la buona terra “assorbe questo fiume ed esso non può nuocere”. “Io penso il fiume facilmente interpretabile: sono queste correnti che dominano tutti e che vogliono far scomparire la fede della Chiesa, la quale non sembra più avere posto davanti alla forza di queste correnti che si impongono come l’unica razionalità, come l’unico modo di vivere. E la terra che assorbe queste correnti è la fede dei semplici, che non si lascia travolgere da questi fiumi e salva la Madre e salva il Figlio”. Questa "saggezza vera della fede semplice", che non si lascia divorare dalle acque, ha aggiunto, richiamando il Salmista, "è la forza della Chiesa”. Anche se, a volte, sembra che le fondamenta della terra vacillino: “Lo vediamo oggi con i problemi climatici come sono minacciate le fondamenta della terra, ma sono minacciate dal nostro comportamento. Vacillano le fondamenta esteriori perché vacillano le fondamenta interiori, le fondamenta morali e religiose, la fede dalla quale segue il retto modo di vivere. E sappiamo che la fede è il fondamento e, in definitiva, le fondamenta della terra non possono vacillare, se rimane ferma la fede, la vera saggezza”.
Radio Vaticana