lunedì 11 ottobre 2010
Relazione del segretario generale: i cristiani desiderano apportare un contributo prezioso e unico al Medio Oriente. Motivo di speranza per il futuro
Dopo la riflessione di Benedetto XVI, i lavori della prima Congregazione generale nell'Aula del Sinodo sono proseguiti con la prima delle relazioni introduttivi del segretario generale dell’Assise, mons. Nikola Eterovic. Il card. Leonardo Sandri, prefetto della Congregazione per le Chiese Orientali e presidente delegato del Sinodo, ha inoltre rivolto un saluto a tutti i presenti. “L’Oriente vuole offrire e ricevere la speranza”, ha detto, ricordando l’importanza di cooperare per l’unità di tutti i cristiani. Centrale, poi, la denuncia di ogni forma di violenza: “In taluni contesti i cattolici con gli altri cristiani soffrono ancora ostilità, persecuzioni e mancato rispetto del diritto fondamentale alla libertà religiosa. Il terrorismo e altre forme di violenza non risparmiano nemmeno i nostri fratelli ebrei e musulmani. Vicende umanamente indegne, si moltiplicano e colpiscono vittime innocenti”. Poi, la parola è andata a mons. Eterovic, il quale ha innanzitutto ribadito che “la Terra Santa è cara a tutti i cristiani” e che essa è anche “la casa dei fratelli e sorelle ebrei e musulmani”. Poi, il ricordo di mons. Luigi Padovese, vicario apostolico di Anatolia e presidente della Conferenza Episcopale turca: barbaramente ucciso, ha detto mons. Eterovic, nel giugno scorso: possa egli intercedere per il successo del Sinodo, ha aggiunto, pregando poi per il ravvedimento di coloro che sono stati coinvolti nella sua tragica morte. Il segretario generale del Sinodo ha quindi ricordato le tante opere culturali e sociali della Chiesa in Medio Oriente, sottolineando che la presenza continua dei cristiani in Terra Santa offre un valido motivo di speranza per il presente ed il futuro della regione. “La Terra Santa è il loro luogo nativo, la loro patria – ha detto – alla cui costruzione in Stati democratici e prosperi desiderano apportare un contributo prezioso ed unico, disposti a collaborare con tutti gli uomini di buona volontà”.