martedì 11 gennaio 2011

Le celebrazioni presiedute dal card. Dias concludono l'anno giubilare della Chiesa in Viêt Nam: il Papa ama questo Paese e il suo popolo

"Ðú'c Thánh Cha/ yêu nu'ó'c Viêt Nam/ và dân tôc Viêt Nam": "Il Papa ama il Viêt Nam e il popolo del Viêt Nam". In lingua vietnamita il card. Ivan Dias ha trasmesso all'intera popolazione di questo Paese del sud est asiatico il messaggio affettuoso affidatogli da Benedetto XVI. Occasione è stata la partecipazione del prefetto della Congregazione per l'Evangelizzazione dei Popoli, come inviato speciale del Papa, alle celebrazioni conclusive dell'anno giubilare della Chiesa Cattolica vietnamita. In realtà si è trattato di un duplice giubileo: i trecentocinquanta anni dell'erezione dei primi due vicariati apostolici, Dàng Tromg e Dàng Ngoài, e i cinquant'anni della costituzione della gerarchia cattolica. L'anno giubilare, inaugurato il 24 novembre 2009 a So Kien, nell'arcidiocesi di Hanoi, si è concluso il 6 gennaio scorso, Solennità dell'Epifania, con la Messa solenne presieduta dal card. Dias nel santuario mariano di La Vang, un luogo caro alla pietà popolare vietnamita. La tradizione vuole che la Vergine sia apparsa in quel luogo nel 1798, per consolare i cristiani sfuggiti alle persecuzioni. Ricordando l'episodio il cardinale ha riproposto le parole che la Vergine avrebbe rivolto in quell'occasione ai rifugiati: "Abbiate fiducia, sopportate pene e dolori. Ho già ascoltato le vostre preghiere. A partire da questo momento tutti quelli che verranno qui a pregare vedranno esauditi i loro desideri". Oggi, ha aggiunto il porporato, "affido tutta la cara nazione vietnamita al cuore immacolato di nostra Signora di La Vang, e prego con voi per ottenere la prosperità materiale e spirituale di tutto il popolo vietnamita". Il cardinale ha poi ripercorso le tappe del cammino dell'evangelizzazione nel Paese, ricordando "con profonda gratitudine tutti quelli che hanno contribuito all'edificazione e allo sviluppo di questa Chiesa, donando la loro vita, il loro sudore, il loro sangue". Nello stesso tempo ha invitato a un esame di coscienza per cercare di capire "come si possa vivere meglio la fede e mettere meglio in pratica il mandato che abbiamo ricevuto da nostro Signore di diffondere il messaggio cristiano di salvezza". Ancora oggi nel Viêt Nam il 94% delle persone non conosce il Vangelo. Da qui l'auspicio che i cattolici che vivono oggi nel Paese siano in grado di riscoprire l'importanza del cammino del Vangelo, cosicché ognuno si trasformi in missionario. In questo modo si esprime "la natura della Chiesa", testimoniando "la vita di preghiera personale", che va nutrita costantemente con la partecipazione ai sacramenti; senza trascurare, del resto, l'importanza della "meditazione della Parola, la santità della carità, la necessità di una promozione integrale dell'uomo, l'urgenza dell'educazione della gioventù, dell'inculturazione e dell'evangelizzazione". Infine il porporato ha affidato la missione della Chiesa in Viêt Nam alla Vergine di La Vang. Secondo stime ufficiose alla celebrazione hanno partecipato circa cinquecentomila fedeli. Il giorno precedente, il 5 gennaio, il card. Dias aveva presieduto un incontro celebrativo organizzato dai vescovi del Paese nello stesso santuario. Erano presenti il vice primo ministro della Repubblica socialista del Viêt Nam e numerose altre personalità religiose e civili. Una circostanza eccezionale sottolineata dal porporato come segno di buon auspicio per l'avvenire. "Questa partecipazione - ha notato - testimonia la stima e la riconoscenza dei valori che la comunità cattolica professa in questa nazione. Io credo che non si mancherà di assicurare la piena libertà religiosa, di creare condizioni favorevoli alle diverse organizzazioni religiose così come a quanti professano e praticano pubblicamente la loro fede, qualunque sia il loro credo". E poi ha aggiunto: "Amo pensare la Chiesa e lo Stato come la madre e il padre di una famiglia. Quando vivono in accordo, i loro figli e le loro figlie ne godono di più. Dio voglia che sia così tra la Chiesa e lo Stato anche qui in Viêt Nam". Ricordando la testimonianza resa dai "numerosi e generosi missionari che hanno portato il Vangelo in terra vietnamita", il cardinale ha rivolto un pensiero altrettanto grato al compianto cardinale François Xavier Nguyên Van Thuân, "la cui causa di beatificazione - ha ricordato - è stata recentemente introdotta a Roma". Venerdì 7 gennaio, prima di ripartire per Roma, il card. Dias, accogliendo l'invito dell'arcivescovo di Hà Nôi, Pierre Nguyen Van Nhon, ha celebrato nella Cattedrale della capitale la Messa per i 117 Santi martiri del Viêt Nam. Nell'omelia il porporato ha espresso ai presuli presenti il saluto del Papa e l'assicurazione della sua benevolenza e della sua vicinanza nella preghiera. Ha colto poi l'occasione per salutare l'antico pastore dell'arcidiocesi, l'arcivescovo Joseph Ngo Quang Kiet, la cui volontà di lasciare il governo pastorale della diocesi "per libera scelta" e "per dedicarsi alla vita di preghiera" è stata accolta "con rispetto - ha precisato - dal Santo Padre". Soffermandosi infine sulla ricorrenza liturgica di Sant'Andrea Dung Lac, uno dei compagni martiri, il prefetto di Propaganda fide ne ha riproposto "le due lezioni": l'accoglienza riservata ai non cristiani immigrati in città in cerca di lavoro e il compimento del dovere che Dio ha affidato a ciascuno dei suoi figli, da portare nei rispettivi ambiti di vita. Un invito questo, ha detto esplicitamente il porporato, rivolto a ciascuno di noi, che siamo chiamati "a compiere perfettamente il nostro dovere di cittadini e di cristiani, senza paura di testimoniare il nostro amore e la nostra fedeltà a Cristo e al suo Vangelo sino al dono della nostra stessa vita".

L'Osservatore Romano