SIR
martedì 11 gennaio 2011
Mons. Fisichella: la nuova evangelizzazione un cammino segnato dal Concilio Vaticano II che giunge a compimento, per ripartire verso nuovi orizzonti
“Quello della nuova evangelizzazione è un cammino segnato dal Vaticano II che giunge a compimento, ma per ripartire verso nuovi orizzonti”. Mons. Rino Fisichella, presidente del Pontificio Consiglio per la Promozione della Nuova Evangelizzazione, presenta così il dicastero da lui presieduto, istituito da Benedetto XVI il 21 settembre 2010. “Ripensare e attuare la nuova evangelizzazione, coinvolgendo tutto l’episcopato mondiale”: questo, spiega mons. Fisichella in un’intervista a L’Osservatore Romano, il “compito peculiare” del nuovo dicastero pontificio, che comporta “la costante ricerca del confronto con le conferenze episcopali”, in vista dello svolgimento del Sinodo dei vescovi del 2012, dedicato proprio al tema della nuova evangelizzazione. Rispetto agli altri dicasteri pontifici, con cui collaborerà “trasversalmente”, il compito del nuovo dicastero pontificio sarà “molto più ad intra: un impegno capillare che va dalle comunità parrocchiali alle diverse realtà che operano nella Chiesa con il desiderio di dare testimonianza della propria fede”. In questa prospettiva, “primo obiettivo” è “conoscere la realtà in campo per armonizzare e sostenere gli sforzi di tutti, superando la frammentarietà e promuovendo una grande unità”. Con un’attenzione particolare all’Europa, alle prese con “una crescente cristianofobia”. “Siamo chiamati a rinvigorire lo spirito missionario”, afferma mons. Fisichella nell’intervista: “Lo spirito che porta verso i tanti cristiani diventati purtroppo indifferenti, verso i tanti battezzati che oggi hanno perso la fede”. “In una fase di globalizzazione come quella che stiamo vivendo è difficile pensare che i grandi problemi delle metropoli del mondo non siano uguali”, dunque “anche di quello della fede da rinvigorire o da ricostruire”, prosegue l’arcivescovo, che si sofferma sulla distinzione tra secolarizzazione e secolarismo. “La secolarizzazione come tale – spiega - è un fenomeno molto complesso; il secolarismo invece è quella estremizzazione che ha portato alle forme di relativismo, di autonomia esasperata che l'uomo ritiene di avere e che finisce per alimentare soltanto il diritto individuale, dimenticando la responsabilità sociale. Si reclamano diritti che non esistono in forza della presunta autonomia da tutti e da tutto, in primo luogo da Dio stesso”. Il simbolo scelto per il nuovo dicastero è la Sagrada Familia di Anton Gaudì, una “cattedrale moderna” che ricorda all’uomo di oggi che “una città senza il segno della presenza di chi annuncia il Vangelo, invitando gli uomini a non fermarsi alla dimensione orizzontale dell’esistenza ma a spingere lo sguardo verso l’alto”, è “una città che ha dentro di sé un profondo vuoto”.