giovedì 3 febbraio 2011

I vescovi giapponesi: la Santa Sede da' la precedenza alle direttive del Cammino neocatecumenale piuttosto che a noi. Dal movimento divisioni e caos

L'arcivescovo di Tokyo ha affermato pubblicamente che il Vaticano ha ignorato le proteste dei vescovi giapponesi sul Cammino neocatecumenale, ''dando la precedenza'' alle ''direttive che arrivano dal quartier generale'' del movimento a Roma rispetto ''alla guida dei vescovi''. Una protesta pubblica pressochè senza precedenti, che il presule della capitale giapponese, mons. Takeo Okada, ha affidato ad un articolo pubblicato ieri dall'agenzia cattolica asiatica Ucanews. ''Negli ultimi vent'anni - scrive l'arcivescovo - la Conferenza Episcopale giapponese ha speso molto tempo ed energia sui problemi che riguardano il Cammino neocatecumenale. Con nostro grande disappunto, questi sforzi non hanno migliorato la situazione''. In dicembre, il presidente della Conferenza Episcopale del Giappone mons. Leo Jun Ikenaga, aveva chiesto la collaborazione di sacerdoti e laici per affrontare alcuni ''problemi'' riscontrati con il Cammino Neocatecumenale, che pare abbiano causato ''effetti negativi'' nel Paese. Sul settimanale cattolico giapponese Katorikku Shimbun, mons. Ikenaga, arcivescovo di Osaka, parlava di ''confusione dilagante, conflitti, divisioni e caos''. ''Come vescovi, alla luce della nostra responsabilità pastorale e apostolica - ha detto - non potevamo ignorare il danno''. Ikenaga, insieme ad altri tre vescovi giapponesi, hanno incontrato Benedetto XVI il 13 dicembre scorso in Vaticano, che però ha rifiutato la richiesta di sospendere per cinque anni le attività del Cammino Neocatecumenale in Giappone, annunciando invece il prossimo arrivo di un suo inviato per studiare la situazione. Il 17 gennaio, il Pontefice ha ricevuto in Vaticano una grande delegazione del Cammino, lodando la sua opera ma invitandolo allo stesso tempo a cercare sempre ''una profonda comunione con i Pastori e con tutte le componenti delle Chiese particolari e dei contesti ecclesiali, assai diversi, nei quali siete chiamati ad operare''. Per mons. Okada, i vescovi giapponesi ''devono continuamente confrontarsi con i problemi'' legati al Cammino e si ''scervellano ansiosamente''. ''La missione della Chiesa teoricamente è stata affidata ai suoi vescovi locali'', aggiunge, ma i presuli hanno ''ricevuto questo peso straordinario sulle loro spalle'' e ''dedicano i loro sforzi più grandi alla missione e alla cura pastorale''. L'arcivescovo parla di ''divisioni, conflitti e caos'' portati dal Cammino nella piccola Chiesa giapponese, appena lo 0,3% della popolazione, soprattutto nelle diocesi di Osaka e Takamatsu dove la situazione è ''grave''. ''Forse - ribadisce mons. Okada - è necessario che il Cammino sospenda le sue attività in Giappone per un periodo di riflessione che potrebbe preparare il terreno per il dialogo con la Chiesa giapponese''.

Asca