La Chiesa ricorda e festeggia oggi i sei anni dall’inizio del Pontificato di Benedetto XVI. Gli ultimi dodici mesi hanno visto Benedetto XVI protagonista di molti avvenimenti: dai viaggi apostolici al Sinodo dei vescovi per il Medio Oriente, dalla firma di importanti documenti di magistero alla pubblicazioni di due libri. Abbracciare con un colpo d’occhio, come dalla cima di una montagna, l’attività svolta da un Papa durante un anno di Pontificato fa capire meglio, parafrasando San Paolo, l’ampiezza, la lunghezza, l’altezza e la profondità del ministero petrino. E proprio sulle orme dell’Apostolo delle Genti si apre il sesto anno di Pontificato di Benedetto XVI, che il giorno dopo il rientro in Vaticano dal viaggio apostolico a Malta festeggia il traguardo con un pranzo offertogli dal cardinale decano del Collegio delle porpore, Angelo Sodano. Da un’isola del Mediterraneo all’altra - ma a metà maggio era stato in Portogallo nel decennale della Beatificazione dei Pastorelli di Fatima - il 4 giugno Benedetto XVI sbarca a Cipro. Ad accogliere il Papa non c’è mons. Luigi Padovese, il vicario apostolico di Anatolia, assassinato pochi giorni prima, un altro dei tanti sacerdoti al quale l’essere di Cristo ha comportato il sacrificio più grande. Ma ancor più forti dello sgomento per questa violenza sono le parole che Benedetto XVI dedica l’11 giugno a conclusione dell’Anno Sacerdotale. In una Piazza San Pietro resa candida dalle cotte di 15 mila presbiteri, il Papa affronta la “macchia” abusi sessuali del clero nel segno del pentimento e della catarsi: “E così è successo che, proprio in questo anno di gioia per il sacramento del sacerdozio, siano venuti alla luce i peccati di sacerdoti – soprattutto l’abuso nei confronti dei piccoli, nel quale il sacerdozio come compito della premura di Dio a vantaggio dell’uomo viene volto nel suo contrario...Anche noi chiediamo insistentemente perdono a Dio ed alle persone coinvolte, mentre intendiamo promettere di voler fare tutto il possibile affinché un tale abuso non possa succedere mai più” (11 giugno 2010).
Gli ultimi giorni d’estate Benedetto XVI vola nel Regno Unito. Preceduta da attacchi mediatici sul tema degli abusi, il viaggio apostolico si chiude in un’apoteosi di folla e di commenti positivi, con i britannici conquistati prima di tutto dal sorriso del Papa, che lascia loro l’eredità spirituale di un gigante del cristianesimo, il card. John Henry Nemwan, beatificato a Birmingham. L’ombra di questo grande conoscitore della Scrittura fa da sfondo ideale all’Esortazione apostolica "Verbum Domini", che Benedetto XVI firma il 30 settembre: 200 pagine di un vibrante invito ad approfondire la conoscenza della Bibbia. Dirà qualche tempo dopo, riferendosi al documento: “Tanti cristiani hanno bisogno che sia loro riannunciata in modo persuasivo la Parola di Dio, così da poter sperimentare concretamente la forza del Vangelo” (n. 96). I problemi sembrano talora aumentare quando la Chiesa si rivolge agli uomini e alle donne lontani o indifferenti ad una esperienza di fede, ai quali il messaggio evangelico giunge in maniera poco efficace e coinvolgente” (All’Assemblea Plenaria del Pontificio Consiglio della Cultura, 13 novembre 2010).
Del resto, la marea montante dell’indifferenza verso i valori cristiani, specie in Occidente, aveva indotto il Pontefice a creare in giugno, con il Motu Proprio "Ubicumque et semper", il Pontificio Consiglio per la promozione della Nuova Evangelizzazione, con l’obiettivo di combattere “l’eclissi del senso di Dio” e “trovare mezzi adeguati per riproporre la perenne verità del Vangelo di Cristo”. Ottobre è invece il mese del Sinodo dei vescovi per il Medio Oriente. Per tre settimane, il Papa ascolta con attenzione le testimonianze su un’area nella quale l’idea di pace che ispirano i Luoghi santi convive con una perenne instabilità. Alla Messa conclusiva del Sinodo, il 24 ottobre, Benedetto XVI ribadisce: “La pace è la condizione indispensabile per una vita degna della persona umana e della società. La pace è anche il miglior rimedio per evitare l’emigrazione dal Medio Oriente...Preghiamo per la pace in Terra Santa. Preghiamo per la pace nel Medio Oriente, impegnandoci affinché tale dono di Dio offerto agli uomini di buona volontà si diffonda nel mondo intero” (24 ottobre 2010).
A novembre c’è ancora tempo per un nuovo viaggio in Spagna, tra Santiago de Compostela e la Sagrada Familia di Barcellona. Ma soprattutto c’è tempo e spazio per la presentazione del libro-intervista “Luce del mondo”, nel quale il Papa, attraverso le domande del giornalista tedesco Peter Seewald, si esprime con un linguaggio semplice e privo di reticenze su temi tra i più delicati che toccano la coscienza umana. Il 2010 si chiude con un importante documento “tecnico”: il 30 dicembre, Benedetto XVI pubblica in forma di Motu Proprio la Lettera apostolica “per la prevenzione ed il contrasto delle attività illegali in campo finanziario e monetario”, con la quale lo Stato Vaticano recepisce le regole della comunità internazionale contro il riciclaggio di denaro sporco e il finanziamento del terrorismo. La notte successiva, una bomba insanguina il Capodanno dei cristiani davanti a una chiesa copta di Alessandria d’Egitto. Il Papa condanna la strage all’Angelus del 2 gennaio 2011: “Questo vile gesto di morte, come quello di mettere bombe ora anche vicino alle case dei cristiani in Iraq per costringerli ad andarsene, offende Dio e l’umanità intera, che proprio ieri ha pregato per la pace e ha iniziato con speranza un nuovo anno” (2 gennaio 2011).
Di difesa della libertà religiosa Benedetto XVI parla con forza anche nel discorso del 10 gennaio di quest’anno al Corpo diplomatico accreditato presso la Santa Sede. Il resto, poi, è storia recente. Il 10 marzo scorso, il Papa tiene una lunga e profonda Lectio divina ai sacerdoti romani. Nelle stesse ore, il mondo si concentra sulla presentazione del secondo volume scritto dal Papa su “Gesù di Nazaret”, ma gli echi vengono subito sopraffatti dall’orrore per ciò che accade 24 ore dopo in Giappone, travolto dal doppio cataclisma terremoto-tsunami, che provoca decine di migliaia di vittime. E ancora una volta è dalla finestra dell’Angelus che il Papa può lanciare la sua preghiera e la sua solidarietà: “Le immagini del tragico terremoto e del conseguente tsunami in Giappone ci hanno lasciato tutti fortemente impressionati ...Prego per le vittime e per i loro familiari, e per tutti coloro che soffrono a causa di questi tremendi eventi. Incoraggio quanti, con encomiabile prontezza, si stanno impegnando per portare aiuto. Rimaniamo uniti nella preghiera. Il Signore ci è vicino!” (13 marzo 2011).
Radio Vaticana