Si è svolto questa sera nell'Aula Paolo VI, in Vaticano, il concerto offerto dal presidente della Repubblica Giorgio Napolitano in onore del Santo Padre Benedetto XVI, in occasione del sesto anniversario di Pontificato. L’Orchestra e il Coro del Teatro dell’Opera di Roma, diretti rispettivamente dal Maestro Jesús López Cobos e dal Maestro Roberto Gabbiani, hanno eseguito il "Credo RV 591" di Antonio Vivaldi e lo "Stabat Mater" di Gioachino Rossini. Il concerto è stato preceduto da incontro a due tra il Papa e il Capo dello Stato: una conversazione durata una ventina di minuti, alla quale si è aggiunto alla fine, per un saluto, anche il cardinale segretario di Stato, Tarcisio Bertone. La recente Beatificazione di Giovanni Paolo II, i 150 anni dell'unità d'Italia, ma soprattutto la situazione internazionale e nel nord Africa, i temi di confronto nel faccia-a-faccia, con un particolare approfondimento sul quando in Libia e sulla necessità di proteggere i cristiani nelle aree in cui sono oggetto di discriminazioni e violenze.
Era emozionato il presidente Napolitano quando, nell'Aula Paolo VI, ha preso la parola davanti a Benedetto XVI per l'indirizzo di saluto prima del concerto. Il Capo dello Stato ha ricordato "con viva emozione" la cerimonia di domenica scorsa in Piazza San Pietro per la Beatificazione di Papa Wojtyla, un "evento che è stato condiviso in profonda coralità" da tutto il Paese. Napolitano ha poi sottolineato come "gli italiani nei momenti recenti abbiano sentito più che mai la vicinanza del Pontefice. Così nei nei giorni festosi e solenni delle celebrazioni e della riflessione attorno al centocinquantenario dell'Unità d'Italia". Il capo dello Stato ha sottolineato "l'eccezionale significato e valore e la compiutezza del giudizio storico sull'unificazione nazionale" elaborato da Benedetto XVI nel Messaggio al presidente per l'occasione. "Contestualmente c'è stata una forte valorizzazione dell'apporto dato dai cattolici" alla unificazione nazionale. E tutt'oggi da parte del Pontefice e della Santa Sede c'è "attenzione" al valore e all'importanza della "coesione" del Paese e questo, ha concluso Napolitano, "ci è di grande conforto e fiducia". Nei rapporti tra Italia e Santa Sede emerge ''il senso di un saldo radicamento di vicinanza e collaborazione di cui, Santità, entrambi siamo convinti e attenti custodi''. "In momenti difficili e impegnativi sopravvenuti per l'Italia dinanzi alle sollecitazioni e alle prove cui i recenti sommovimenti in Nord Africa e in Medio Oriente ci hanno chiamato - ha sottolineato Napolitano -, la sua voce, Santità, si è levata indicando non solo al nostro paese ma all'Europa e al mondo principi essenziali". Una sollecitazione arrivata, ha continuato, perchè ''crescano nel mondo la giustizia e il rispetto dei diritti, non da ultimo il rispetto, ovunque, della libertà religiosa". Secondo il Capo dello Stato ''nessun Paese che si riconosca nelle tradizioni e nella civiltà europea può chiudersi nel proprio benessere senza farsi partecipe di grandi e comuni responsabilità''.
TMNews, GRR, Asca
Saluto del presidente Napolitano a Benedetto XVI in occasione del concerto per il sesto anniversario di Pontificato