giovedì 5 maggio 2011

ll Papa: la fede cristiana dice 'io credo in Qualcuno', nel Dio che si è rivelato in Gesù, in Lui percepisco il vero senso del mondo

''Anche quest'anno, con la consueta e squisita cortesia, il presidente della Repubblica italiana, onorevole Giorgio Napolitano, ha voluto farci vivere un momento di elevazione musicale per l'anniversario di inizio del mio Pontificato''. Papa Benedetto XVI ha voluto ringraziare così il Capo dello Stato per il concerto offerto in suo onore in occasione del VI anniversario del Pontificato. ''Mentre la saluto con deferenza, signor Presidente, unitamente alla sua gentile signora, esprimo vivo ringraziamento - ha proseguito il Papa - per questo gradito omaggio e per le cordiali parole che mi ha rivolto, manifestando anche la vicinanza del caro popolo italiano al Vescovo di Roma e ricordando l'indimenticabile momento della Beatificazione di Giovanni Paolo II''. "Un particolare ringraziamento" Papa Ratzinger lo ha rivolto infine al direttore, ai Solisti, all'Orchestra e al Coro del Teatro dell'Opera di Roma per la "splendida esecuzione" delle musiche di Antonio Vivaldi e di Gioachino Rossini, "due sommi musicisti di cui l'Italia, che celebra i 150 anni dell'unificazione politica - ha detto - deve essere fiera". Il Pontefice ha poi analizzato i due brani magistralmente eseguiti dall'orchestra diretta da Jesus Lopez Cobos e dal coro diretto da Roberto Gabbiani, il "Credo RV 591" di Antonio Vivaldi e lo "Stabat Mater" di Gioachino Rossini.
"Vivaldi - ha ricordato Benedetto XVI evocando la forza impressa nella composizione - era sacerdote e la sua musica nasce dalla sua fede cristiana" che non dice "Io credo in qualcosa", bensì "Io credo in Qualcuno". Cioè, ha spiegato il Papa, "nel Dio che si è rivelato in Gesù, in Lui percepisco il vero senso del mondo; e questo credere coinvolge tutta la persona, che è in cammino verso di Lui". "La parola 'Amen', poi, che in ebraico ha la stessa radice della parola fede, riprende - ha sottolineato - lo stesso concetto: il fiducioso poggiare sulla base solida, Dio". Anche l'assenza dei solisti, ha detto Papa Ratzinger, "vuole esprimere il 'noi' della fede. Il ‘Credo’ è il ‘noi’ della Chiesa che canta, nello spazio e nel tempo, come comunità di credenti, la sua fede; il ‘mio’ affermare ‘credo’ è inserito nel ‘noi’ della comunità. Poi vorrei rilevare i due splendidi quadri centrali: Et incarnatus est e Crucifixus. Vivaldi si sofferma, come era prassi, sul momento in cui il Dio che sembrava lontano si fa vicino, si incarna e dona se stesso sulla Croce. Qui il ripetersi delle parole, le modulazioni continue rendono il senso profondo dello stupore di fronte a questo Mistero e ci invitano alla meditazione, alla preghiera". "Il secondo capolavoro di questa sera, lo 'Stabat Mater' di Gioachino Rossini - ha continuato Papa Ratzinger - è una grande meditazione sul mistero della morte di Gesù e sul dolore profondo di Maria".
E testimonia "una religiosità che esprime una ricca gamma di sentimenti di fronte ai misteri di Cristo, con una forte tensione emotiva. Dal grande affresco iniziale dello 'Stabat Mater' dolente e affettuoso, ai brani in cui emerge la cantabilità rossiniana e italiana, ma sempre carica di tensione drammatica, fino alla doppia fuga finale con il poderoso Amen, che esprime la fermezza della fede, e l"In sempiterna saecula', che sembra voler dare il senso dell'eternità. Ma penso - ha affermato ancora il Papa - che due vere perle di quest’opera siano i due brani ‘a cappella’, l’Eja mater fons amoris e il Quando corpus morietur. Qui il Maestro torna alla lezione della grande polifonia, con un’intensità emotiva che diventa preghiera accorata: ‘Quando il mio corpo morirà, fa’ che all’anima sia data la gloria del Paradiso’". Nel suo Stabat, ha sottolineato Benedetto XVI, "il maestro torna alla lezione della grande polifonia, con un'intensita' emotiva che diventa preghiera accorata: 'Quando il mio corpo morirà, fa; che all'anima sia data la gloria del Paradiso'. Rossini a 71 anni, dopo aver composto la 'Petite Messe Solennelle' scrive infatti: 'Buon Dio, eccola terminata questa povera Messa? Sai bene che sono nato per l'opera buffa! Poca scienza, un po' di cuore, tutto qui. Sii dunque benedetto e concedimi il paradiso'. Una fede - ha concluso il Papa - semplice e genuina".

Asca, GRR, Radio Vaticana

CONCERTO OFFERTO DAL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA ITALIANA GIORGIO NAPOLITANO IN ONORE DI SUA SANTITÀ BENEDETTO XVI IN OCCASIONE DEL VI ANNIVERSARIO DI PONTIFICATO - il testo integrale del discorso del Papa