Questa mattina, nell’Aula Paolo VI, Papa Benedetto XVI ha ricevuto in udienza i rappresentanti di diverse etnie di Zingari e Rom, giunti a Roma in pellegrinaggio da tutta Europa nella ricorrenza del 75° anniversario del martirio e del 150° della nascita del Beato Zefirino Giménez Malla (1861-1936), gitano di origine spagnola.
''Siete giunti a Roma da ogni parte d'Europa per manifestare la vostra fede e il vostro amore per Cristo, per la Chiesa - che è una casa per tutti voi - e per il Papa''. All'inizio del suo discorso, il Pontefice ha ricordato le parole che Paolo VI rivolse agli Zingari nel 1965: ''Voi nella Chiesa non siete ai margini, ma, sotto certi aspetti, voi siete al centro, voi siete nel cuore. Voi siete nel cuore della Chiesa''. ''Anch'io - ha aggiunto - ripeto oggi con affetto: voi siete nella Chiesa! Siete un'amata porzione del Popolo di Dio pellegrinante e ci ricordate che 'non abbiamo quaggiù una città stabile, ma andiamo in cerca di quella futura'''. La luce e l’eroismo appartengono al Beato Zefirino Gimenèz Malla, il “martire del Rosario”, che non si lasciò strappare dalle mani “nemmeno in punto di morte”, come ha ricordato Benedetto XVI:“Oggi, il beato Zefirino vi invita a seguire il suo esempio e vi indica la via: la dedizione alla preghiera e in particolare al Rosario, l’amore per l’Eucaristia e per gli altri Sacramenti, l’osservanza dei comandamenti, l’onestà, la carità e la generosità verso il prossimo, specialmente verso i poveri; ciò vi renderà forti di fronte al rischio che le sette o altri gruppi mettano in pericolo la vostra comunione con la Chiesa”.
''La vostra storia - ha detto il Pontefice - è complessa e, in alcuni periodi, dolorosa. Siete un popolo che nei secoli passati non ha vissuto ideologie nazionaliste, non ha aspirato a possedere una terra o a dominare altre genti. Siete rimasti senza patria e avete considerato idealmente l'intero Continente come la vostra casa. Tuttavia, persistono problemi gravi e preoccupanti, come i rapporti spesso difficili con le società nelle quali vivete''. ''Lungo i secoli - ha aggiunto - avete conosciuto il sapore amaro della non accoglienza e, talvolta, della persecuzione, come è avvenuto nella II Guerra Mondiale: migliaia di donne, uomini e bambini sono stati barbaramente uccisi nei campi di sterminio. E' stato - come voi dite - il Porrajmos, il 'Grande Divoramento', un dramma ancora poco riconosciuto e di cui si misurano a fatica le proporzioni, ma che le vostre famiglie portano impresso nel cuore". Benedetto XVI ha citato la propria visita al campo di concentramento di Auschwitz-Birkenau, il 28 maggio 2006, e alla sua preghiera "per le vittime della persecuzione". "La coscienza europea non può dimenticare tanto dolore! Mai più il vostro popolo sia oggetto di vessazioni, di rifiuto e di disprezzo! Da parte vostra, ricercate sempre la giustizia, la legalità, la riconciliazione e sforzatevi di non essere mai causa della sofferenza altrui!". Con la loro cultura "dalle espressioni significative, come la musica e il canto", i popoli zingari "hanno arricchito l'Europa" ed oggi "nuove opportunità si aprono" per loro. "State acquistando - ha rilevato Benedetto XVI - nuova consapevolezza. Molte etnie non sono più nomadi, ma cercano stabilità con nuove aspettative di fronte alla vita. La Chiesa cammina con voi e vi invita a vivere secondo le impegnative esigenze del Vangelo confidando nella forza di Cristo, verso un futuro migliore". "L'Europa - ha continuato -, che riduce le frontiere e considera ricchezza la diversita' dei popoli e delle culture, vi offre nuove possibilità. Vi invito, cari amici, a scrivere insieme una nuova pagina di storia per il vostro popolo e per l'Europa!''.
''La ricerca di alloggi e lavoro dignitosi e di istruzione per i figli sono le basi su cui costruire quell'integrazione da cui trarrete beneficio voi e l'intera società - ha detto il Pontefice -. Date anche voi la vostra fattiva e leale collaborazione, affinché le vostre famiglie si collochino degnamente nel tessuto civile europeo!". Papa Ratzinger ha ricordato che le giovani generazioni rom e sinti "desiderano istruirsi e vivere con gli altri e come gli altri". I vostri figli, ha scandito rivolto ai genitori presenti, "hanno diritto a una vita migliore". "Sia il loro bene - ha raccomandato - la vostra più grande aspirazione. Custodite la dignità e il valore delle vostre famiglie, piccole Chiese domestiche, perché siano vere scuole di umanità. Le istituzioni, da parte loro, si adoperino per accompagnare adeguatamente questo cammino”. "Date fiducia e ascolto a questi vostri fratelli e sorelle, e offrite insieme a loro il coerente e gioioso annuncio dell'amore di Dio per il popolo zingaro, come per tutti i popoli! La Chiesa desidera che tutti gli uomini si riconoscano figli dello stesso Padre e membri della stessa famiglia umana". Concludendo con l’invito a “partecipare attivamente alla missione evangelizzatrice” della Chiesa, Benedetto XVI si è congedato tra musiche di violini e fisarmoniche e molti, molti applausi con questo augurio in lingua gitana: “Il Papa è vicino a ognuno di voi e vi ricorda nelle sue preghiere. Il Signore benedica voi, le vostre comunità, le vostre famiglie e il vostro futuro. Il Signore vi doni salute e fortuna. Rimanete con Dio!”.
Asca, TMNews, Radio Vaticana
UDIENZA AI RAPPRESENTANTI DI DIVERSE ETNIE DI ZINGARI E ROM - il testo integrale del discorso del Papa